I sindacati vanno a scrocco con il Concertone di Roma

Il costo totale in euro previsto per il "concertone" del Primo maggio di quest'anno a Roma è di oltre 240mila euro. Ma i sindacati fanno gli gnorri

I sindacati vanno a scrocco con il Concertone di Roma

Roma - Fanno gli gnorri, non rispondono e prendono tempo. A 24 ore dal Concertone di piazza San Giovanni i sindacati snobbano la richiesta del sindaco di pagare le spese. Lui minaccia la cancellazione, loro fanno spallucce, sanno che non succederà. Alla fine, come al solito, non tireranno fuori un euro, se non la tassa Siae. In questa città non si scrocca solo il mezzo pubblico. Il sindaco Alemanno chiede 240mila euro per i costi organizzativi? La triplice si barrica dietro lo slogan dell’evento «patrimonio cittadino», un concetto inconciliabile con certi affanni eurorecessivi ma ottimo per non sganciare.
Il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi prova a mobilitare le coscienze: «A tutt’oggi, alla richiesta del Gabinetto del sindaco di un impegno a pagare trasporti, pulizia della piazza e occupazione del suolo pubblico i sindacati non ci hanno neppure risposto. Teniamo conto che fino ad ora c’è solo l’autorizzazione al cantiere per montare il palco, ma non quella per il concerto».
In fondo che male c’è a pretendere quello che ottengono tutti gli altri sindaci italiani? Ufficialmente se entro questa mattina non ci sarà una risposta dei sindacati, secondo il Campidoglio l’autorizzazione all’utilizzo di piazza San Giovanni per il concerto non ci sarà. Poi però Guidi si tradisce: «Se i sindacati decidessero di non pagare i costi pubblici del Concertone farebbero un dispetto non al sindaco Alemanno ma a tutti i romani che sarebbero costretti ad accollarsi le spese dell’evento. C’è un regolamento comunale che vale per tutti e non sono previste esenzioni per chi organizza un concerto privato per il quale, oltretutto, incamera risorse consistenti. Ho grande rispetto per il ruolo dei sindacati, proprio per questo credo che non vorranno passare per scrocconi ai danni dei romani incamerandosi i profitti del Concertone ma scaricando sulla collettività i costi pubblici dell’evento».
Quest’anno il Campidoglio agisce in modo preventivo e presenta una lista dei costi che porta a un totale di 240mila euro. Nel dettaglio: 18.370 euro all’Ama per il noleggio dei bagni chimici; 38.123 euro sempre all’Ama per la pulizia dell’area; 46.000 euro all’Atac per il potenziamento del trasporto pubblico; 117.000 euro per gli straordinari della Polizia municipale; 5.000 euro per l’occupazione del suolo pubblico; 19.000 euro per il servizio del 118. «Solo i sindacati - aggiunge Marco Marsilio del Pdl - con arroganza e prepotenza, pretendono di esserne esentati a danno dei romani, nonostante il concerto del Primo Maggio sia diventato un evento commerciale, che incassa ingenti diritti televisivi da un’azienda pubblica come la Rai e risorse importanti dagli sponsor. Qualora i sindacati non procedessero al pagamento di quanto dovuto e per evitare la beffa di un intervento della prefettura che, per ragioni di ordine pubblico motivate dall’arrivo a Roma di centinaia di migliaia di persone, potrebbe imporre la celebrazione del concerto, chiedo al sindaco Alemanno di procedere al sequestro di un cantiere illegale. Hanno idea Cgil, Cisl e Uil di quanti asili nido avremmo potuto costruire con i soldi finora non ricevuti dal 1991 ad oggi?».
Il braccio di ferro tra Alemanno e gli organizzatori del Concertone, i sindacati, va avanti da tempo. Nel 2010 il sindaco affermò «il principio che quando si fanno manifestazioni a Roma i costi di pulizia, servizi e interventi sanitari devono essere pagati dagli organizzatori». Parole al vento.

Tanto Cgil, Cisl e Uil sanno bene che cancellare il concerto a poche ore dal primo maggio, con molti giovani in arrivo da tutta Italia, si trasformerebbe in un problema di ordine pubblico difficilmente gestibile. Alla peggio pioverà.

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