Lavoro, la Camusso conferma la linea dura: "Sciopero generale alla fine di maggio"

Nonostante Monti abbia "blindato" il testo della riforma, Susanna Camusso conferma la linea dura: "Lo sciopero arriva alla fine di maggio". E a In mezz'ora il segretario generale della Cgil boccia il governo e chiede a Monti un passo indietro: "Questa volta ha sbagliato, ma è una persona intelligente e può ripensarci". Bonanni: "Cerca un pretesto per litigare"

Lavoro, la Camusso conferma la linea dura: "Sciopero generale alla fine di maggio"

Se Mario Monti non si lascia intimidire e non accetta più interventi esterni alla riforma del lavoro, Susanna Camusso non è da meno e conferma la linea dura e non si rassegna: "Sul fatto che la partita sia chiusa non sono assolutamente convinta", ha detto a In mezz'ora, "Le cose che succedono in questi giorni ci dicono che ci saranno pressioni sul Parlamento, che non può essere impermeabile alle istanze del Paese".

Lo sciopero della Cgil accompagnerà "tutto il percorso" della riforma e "potrebbe arrivare alla fine di maggio", cioè dopo le amministrative, come ribadisce il segretario generale a In mezz'ora. Una protesta che, secondo alcuni, ha alla base tensioni simili a quelle degli anni '70, ma la Camusso non è d'accordo: "Non vediamo nelle fabbriche elementi che possano ricondurre a quel periodo. Vedo però un'amarezza e un'esasperazione crescenti. Speriamo comunque che la giusta protesta non si traduca mai in episodi di violenza che sono inutili".

Dopo il varo della riforma del lavoro, quindi, il sindacato boccia l'esecutivo, che si sarebbe indebolito rispetto ai mesi precedenti: "Penso che sia la prima volta che questo governo sbaglia in maniera così clamorosa nel rapporto col Paese. Questa volta hanno proprio l’insufficienza. Penso che siccome il premier è una persona intelligente possa ancora accorgersi dell'errore e fare un passo indietro". La Camusso, ribadendo che a differenza delle altre volte "il governo non si è spostato di un millimetro", sostiene: "Non abbiamo neanche avuto il testo della riforma fino a quando non ce l'ha gentilmente girato Confindustria".

In particolare, la Cgil contesta al governo quella che dovrebbe essere un "cavallo di battaglia" dell'esecutivo tecnico: la politica per la crescita. "Non c'è e la politica di reddito è fatta al contrario". Non solo: con la riforma "non si crea un posto che sia uno", spiega la Camusso, "In questa situazione si dice: licenziare è più facile. I lavoratori pensano che ci sia accanimento. Una cosa inutile e sbagliata. Anche sul piano economico".

Quel che è certo è che il tema del lavoro ha spaccato nuovamente i sindacati. La Camusso è convinta che l'unità sindacale tornerà, perché "parte dai lavoratori, difficilmente parte dai vertici".

Eppure Raffaele Bonanni la accusa di cercare "solo pretesti per litigare". "Invece di perdere tempo in polemiche inutili bisognerebbe cercare di mettere da parte le divergenze di opinione e aprire con il governo un discorso sulla crescita", dice il leader di Cisl.

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