Il presidente della Regione Liguria, e sindaco di Genova, Marco Bucci, ha parlato a Porta a Porta il giorno dopo l'elezione, vinta contro il candidato del campo largo, l'ex ministro Andrea Orlando. L'esponente del centrodestra ha convinto gli elettori nonostante le difficoltà di una campagna elettorale condotta a seguito di un'indagine della procura che ha costretto alle dimissioni Giovanni Toti. Ma Bucci ha vinto anche perché ha rassicurato gli elettori sull'intenzione di proseguire sulla strada tracciata dalla precedente giunta, soprattutto sulle grandi opere che la Liguria attende da decenni.
"Ci sono molte infrastrutture che vanno terminate, c'è tutta una parte di protezione idrogeologica che va terminata. Noi vogliamo un posto di altissima qualità di vita, dove è bello vivere e lavorare", ha spiegato il neo governatore della Liguria, annunciando che, come primo atto della nuova giunta, "nomineremo Commissario e Project manager completamente dedicati a una singola infrastruttura: persone che ci mettono la faccia e che ci lavorano ogni giorno per far sì che l'infrastruttura possa essere completata". Un piano che punta sul mantenimento della fiducia che gli è stata data dagli elettori e che Bucci non ha intenzione di tradire. "Questa è una bella cosa che è venuta fuori durante la campagna elettorale, io ho fatto il sindaco, ho avuto oltre 130 sindaci che hanno firmato questo patto per il futuro della Liguria. Il sindaco guarda alle persone del territorio, parla con i cittadini e vorrei che questo rapporto fosse mantenuto anche a livello di Regione Liguria", ha spiegato da Bruno Vespa.
Nel corso dell'intervista ha anche spiegato com'è nata la candidatura alla Regione, su input del premier Giorgia Meloni che lo ha telefonato e, sottolinea, "ha scisso il discorso in due parti: nella prima mi ha detto che dal punto di vista professionale, politico, tecnico ero la persona adatta e avevo la responsabilità di tirarmi su le maniche e lavorare perché potevo fare questa cosa meglio di altri". Un approccio che Bucci ha particolarmente apprezzato perché, aggiunge, "noi liguri abbiamo questo carattere e siamo abituati a tirarci su le maniche quando c'è bisogno, lo abbiamo dimostrato con la tragedia del Ponte Morandi".
Ma dall'altra, ha aggiunto il presidente, "mi ha detto anche 'so delle tue condizioni di salute, questa è una chiamata personale e qualunque cosa deciderai per me andrà bene'. Io ho rispettato molto l'aver diviso il discorso".
La conferma da parte del sindaco di Genova alla candidatura è arrivata il giorno dopo quella telefonata, non prima di aver parlato con la famiglia e con i medici: "Mia moglie mi ha detto che ero un pazzo a fare una cosa del genere e soprattutto chi me lo faceva fare, che potevo continuare a fare il sindaco. Poi però le ho spiegato esattamente quello che ho detto fino ad adesso e alla fine mi ha dato ragione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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