L'ora della Cassazione Ma la sentenza sul Cav può slittare a domani

Oggi si riunisce il collegio: prima dovrà esaminare sette cause minori. La complessità del processo rischia di allungare i tempi

L'ora della Cassazione Ma la sentenza sul Cav può slittare a domani

RomaInizia oggi alle 10 in Cassazione il giorno più lungo della guerra dei vent'anni di Silvio Berlusconi. La causa per i diritti tv Mediaset è la numero 8. Le altre saranno discusse prima nell'udienza pubblica, ma non sono complesse e il dibattimento che peserà sugli equilibri del Paese dovrebbe entrare nel vivo a fine mattinata.

I riflettori sono puntati sull'aula più grande della Suprema Corte, quella della prima sezione penale che si trova al secondo piano del Palazzaccio, scelta in previsione della massima attenzione di stampa e tv.

Sarà lì che la sezione feriale, presieduta da Antonio Esposito, aprirà il match sulla condanna del leader del Pdl per frode fiscale a 4 anni (3 coperti da indulto), più 5 di interdizione dai pubblici uffici. In quel momento la prescrizione si bloccherà e dovrà essere sempre lo stesso collegio ad emettere il verdetto. Tre le strade: conferma, annullamento o rinvio ad un nuovo processo d'appello.

Rimane però aperta una questione preliminare è cioè: i legali del Cavaliere o quelli di uno degli altri tre imputati chiederanno il rinvio? Al Palazzaccio né il pool guidato da Franco Coppi e Niccolò Ghedini né i difensori del produttore cinematografico Frank Agrama e degli ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano, hanno depositato alcuna istanza, ma potrebbero presentarla oggi, esponendo i loro motivi.

In questo caso, il sostituto procuratore generale Amedeo Mura dovrà esprimere il suo parere e poi i 5 giudici (oltre al presidente, il relatore Amedeo Franco, Claudio D'Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo) si riuniranno in camera di consiglio. Se accoglieranno la richiesta, tutto slitterà probabilmente ai primi di settembre, comunque entro il 15 perché dopo si chiude il lavoro della sezione feriale.

Ma vediamo come andranno le cose se invece si entrerà oggi stesso nel merito. Normalmente la decisione finale arriva in giornata e così potrebbe succedere per il caso Mediaset. Anche se i rumors nel Palazzaccio parlano di un possibile allungamento dei tempi: per la complessità del processo e i riflessi politici, la camera di consiglio potrebbe proseguire domani e si potrebbe arrivare alla lettura del verdetto anche giovedì.

Certo, gli interventi in aula saranno lunghi e numerosi. Comincerà il relatore Franco, per ricostruire tutta la vicenda iniziata nel 2006, illustrare i perché della doppia condanna e presentare il delicato e complicato calcolo della prescrizione che ha portato a quest'udienza fissata a tempo di record. Confermerà la data del primo agosto, converrà con la difesa di Berlusconi su quella del 26 settembre o ne fisserà una intermedia attorno a metà settembre?

Dopo il relatore sarà la volta dell'intervento del sostituto procuratore generale. Sarà importante vedere se Antonello Mura abbraccerà l'impianto accusatorio dei suoi predecessori pm oppure se ne discosterà, facendo richieste per così dire controcorrente.

Infine, ci saranno le arringhe dei legali, a cominciare dal principe dei cassazionisti Franco Coppi, al quale sono affidate le speranze di vittoria, totale o parziale, di Berlusconi. Come esporrà i nuovi motivi per cui chiede l'annullamento della sentenza, contestando la configurabilità stessa del reato di frode fiscale e la responsabilità personale del Cavaliere che non era più alla guida del suo impero, dopo l'entrata in politica? Come userà la carta dei due proscioglimenti ottenuti da Berlusconi nel processo gemello Mediatrade?

Primo obiettivo della difesa è l'annullamento totale della condanna, che se confermata porterebbe alla decadenza dell'ex premier dalla carica di senatore, dopo il voto in parlamento.

Sarebbe comunque una mezza vittoria l'annullamento con rinvio: la Cassazione, contestando specifici punti della sentenza di secondo grado, restituirebbe gli atti a Milano per un appello bis. In questo caso, certo partirà la corsa ad un processo-lampo, ma se intervenisse la prescrizione parziale del reato la condanna potrebbe ridursi e cadrebbe l'interdizione, che scatta solo oltre i 3 anni.

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