Macché sesso debole La donna allenatore più forte dei maschi

Il caso di Murray, primo campione di tennis a scegliere una coach, è un simbolo delle conquiste femminili

Macché sesso debole La donna allenatore più forte dei maschi

Gli incalliti maschilisti - tutti noi maschi - non sanno se fargli tanti complimenti o se fargli tanti auguri. La scelta di Andy Murray, tennista britannico tra i primi otto al mondo, ha risvolti di portata storica: si farà allenare da una donna. Mai prima d'ora un campione di questo livello si era avventurato tanto in là, oltre il limite dell'immaginazione. Ma la sconfitta contro Nadal nella semifinale del Roland Garros deve averlo scosso terribilmente. Preso dal panico, con la prospettiva di difendere tra un mese il titolo a Wimbledon, non ha esitato un attimo: adesso voglio il meglio, datemi il meglio.

A quanto pare il meglio che potesse capitargli per allenarsi sull'erba ha il profilo di Amelie Mauresmo, francese, 35enne, ex campionessa di primo livello, a sua volta vincitrice sui campi di Wimbledon. Non solo il vecchio Murray è straconvinto di affidarsi a una donna: è pure entusiasta e impaziente di mettersi al lavoro: «Non vedo l'ora di iniziare questa nuova partnership. Amelie è una persona che ho sempre ammirato. Ho già uno staff di alto profilo, ma credo che Amelie con la sua esperienza e la sua competenza ci spingerà a migliorare».

Per una star del grande tennis che soltanto tre mesi fa ha scaricato un coach della portata di Ivan Lendl, praticamente una macchina da guerra, non si può parlare di scelta superficiale. Murray sa di esporsi a un sovraccarico di critiche, se la quota rosa del suo staff non lo catapulterà sul trono di Wimbledon. Ma questo non sembra scomporlo. Dev'essere uno di quei lavoratori maschi che quando guardano una donna vedono una persona. Ne esistono anche tra noi, di queste mosche bianche. O pecore nere.

Naturalmente la notizia sta facendo il giro dei continenti. Disciplina tra le più tradizionaliste, il tennis scatena ancora più clamore. Ma forse volendone parlare seriamente il problema sta proprio in questo clamore. Il fatto stesso che un uomo allenato da una donna sia notizia da sbattere sulle prime pagine la dice molto lunga su quanto ancora sia impervia la strada per arrivare a una normalissima normalità, cioè un mondo in cui una donna può allenare un uomo senza finire nei notiziari dell'intero universo.

Certo la Mauresmo non potrà insegnare a Murray come picchiare la palla a doppia velocità. Si può immaginare che non lo aiuterà a colpire più forte, ma a colpire meglio. E qui possiamo aprire le cateratte del «meglismo», nota corrente di pensiero che è andata sviluppandosi più o meno nel Novecento, diciamo a partire dalle grandi conquiste delle suffragette: secondo questa scuola di evidente estrazione femminile, dopo secoli e secoli di indiscusso primato, noi maschi dovremmo riconoscere che le donne sono molto meglio di noi. In quasi tutto. Sostanzialmente, noi manterremmo un risicato primato in mansioni molto specifiche, oggigiorno diremmo di nicchia, tipo cambiare la ruota forata e portare giù i sacchi dell'immondizia. Per alcune integraliste, loro sarebbero meglio anche come padri.

È l'emancipazione, bellezza. E non c'è niente che possiamo fare per fermarla. Se si pensa che all'epoca della Rivoluzione francese una certa Olympe de Gouges pubblicò Le prince philosophe, romanzo che rivendicava i diritti delle donne, e finì ghigliottinata nel 1793 solo perché iniziò a criticare Robespierre, si può ben comprendere quali passi da gigante questa etica delle pari opportunità abbia compiuto. E non dimentichiamo che i maschi italiani hanno ritenuto le femmine degne di voto soltanto il 2 giugno 1946. Per dire il tumulto dei cambiamenti sociali. Se dunque Murray arriva a sconvolgere le liturgie del tennis affidandosi a una donna, non siamo di fronte a una conquista così sconvolgente: è solo un passo ineluttabile.

Uno dei tanti. E ad ogni modo non è che il vecchio Andy debba ritenersi poi tanto eroico. Quasi tutti noi, nel nostro piccolo, già da tempo ci spingiamo ben oltre. Dalle donne non ci facciamo solo allenare: ci facciamo sposare.

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