"La tassa sugli extraprofitti può migliorare, ma è giusta". Giorgetti rassicura Cernobbio

Manovra, superbonus, crescita, riforme europee: Il ministro dell'economia invita alla prudenza e rivendica il ruolo "coraggioso" dell'esecutivo

"La tassa sugli extraprofitti può migliorare, ma è giusta". Giorgetti rassicura Cernobbio
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Giancarlo Giorgetti invita operatori economici e politica, italiana ed europea, alla prudenza in vista delle sfide dell'autunno. Dalla platea di Villa d'Este il titolare dell'Economia e delle Finanze del governo Meloni ha parlato al Forum Ambrosetti di Cernobbio segnano le linee guida politiche dell'esecutivo che si appresta a discutere il futuro del Pnrr, a programmare la manovra e a dialogare in Europa sul Patto di Stabilità. "Noi faremo una legge di bilancio prudente, che tenga conto delle regole fondamentali della finanza pubblica", ha detto il ministro leghista, sottolineando che per il governo un grosso punto interrogativo è legato ai veri costi del Superbonus, la cui reale conseguenza per le finanze pubbliche sta venendo scoperta gradualmente: "questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 rimangono da pagare. La cena l'hanno già mangiata tutti e noi siamo pagati a pagare il conto. Cosa che ricadrà sul Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026", ha detto Giorgetti richiamando alla necessità di fare i conti con questa eredità negli anni a venire. Il Superbonus, parola del ministro "ingessa" la politica economica e impone scelte nette e realistiche per i decisori.

Sul tema bancario Giorgetti, che ha contribuito a parametrizzarla e indicarne l'applicazione, rivendica la scelta unitaria del governo sugli extraprofitti bancari: la tassa introdotta a agosto "può esser migliorata ma non accetto la definizione che questa tassa sia ingiusta, perché questa è una tassa giusta", ammettendo errori comunicativi dell'esecutivo ma lanciandosi nella sfida della "lotta alle rendite" e ai poteri costituiti che a suo dire dovrà caratterizzare la politica economica nazionale. Pronta a incontrare scogli e sfide che Via XX Settembre dovrà doppiare, tra Roma e Bruxelles, per ridare al Paese la via della crescita sostenuta.

Per Giorgetti, inoltre, manovra attuale e sfide future sono pesantemente intrecciate. I vincoli di cui il ministro non fa mistero invitano l'Italia a giocare in Europa una partita dinamica sul Patto di Stabilità, evitando clausole eccessivamente vessatorie sul debito e i rientri dal deficit: "L'Italia condivide una politica di riduzione del debito pubblico. Però non posso ignorare che la stessa Commissione europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi chiediamo che siano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici e pensioni rispetto a spese di questo tipo", ha detto Giorgetti sancendo le linee della politica italiana in Ue. Anche le spese per sostenere umanitariamente l'Ucraina dovrebbero essere scorporate dal deficit, secondo il ministro.

In un contesto in cui Giorgetti ammette che la guerra "ha già un perdente certo: è lo stato dell'economia europea, tanto che l'esecrato intervento dello Stato è tornato di moda", l'Italia prevede una crescita dell'1%, superiore a molti big europei, nel 2023. E Giorgetti rivendica i risultati di un esecutivo "coraggioso" in tempi difficili. La necessità di rientro dello Stato nell'economia è stata mediata col mercato sul caso Tim, e il Mef si prepara a sciogliere il nodo Ita. Restano le sfide future.

Giorgetti ha in tal senso gettato acqua sul fuoco sul caso Monte dei Paschi di Siena: "risolveremo senza farci dettare tempi da nessuno e tanto meno dalla fretta per quanto riguarda il sistema bancario", ha detto sul ritorno del Monte nel mercato, rimandando in avanti la palla dopo il braccio di ferro a distanza Salvini-Tajani di ieri.

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