“Meloni vince sui contenuti”. Il risultato del faccia a faccia con Schlein

I sondaggisti non hanno dubbi. Il primo duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein si è concluso a favore del presidente del Consiglio

“Meloni vince sui contenuti”. Il risultato del faccia a faccia con Schlein

Elly Schlein contro Giorgia Meloni. Il duello tra le leader dei due principali schieramenti, andato in scena ieri a Montecitorio, è destinato a ripetersi svariate volte nei prossimi mesi e, forse, nei prossimi anni.

Entrambe, a detta degli esperti, non hanno sostanzialmente né perso né guadagnato consenso perché hanno parlato ai loro rispettivi elettorati di riferimento. In una situazione di sostanziale pareggio, però, a risultare vincente è ancora una volta il premier. “Meloni è stata siamo forse meno brillante nella forma ma più robusta nei contenuti, mentre Schlein, forse un po’ a sorpresa, è stata più brava nella forma”, spiega a ilGiornale.it il sondaggista Alessandro Amadori che, pur apprezzando le capacità comunicative della Schlein, ritiene che la segretaria del Pd sia stata “brava a rendere incisivo il suo discorso, ma debole sui contenuti”. Meloni, invece, sebbene sia stata più ingessata nella forma, “ha tenuto un discorso dal contenuto ideologico molto più robusto”. Il problema di Elly Schlein, se così si può definire, è quello di aver affrontato “un tema come quello relativo alle coppie omogenitoriali che, al momento, è marginale nel dibattito pubblico, mentre – spiega ancora Amadori – Meloni ha trattato temi economici più importanti”.

Il presidente del Consiglio, secondo Renato Mannheimer, “malgrado le difficoltà degli ultimi giorni”, continua a godere di grande popolarità, mentre Schlein sta avendo molto successo tra i giovani di sinistra. In questo modo, però, Schlein non può fare opposizione seria perché attrae le fasce di elettorato che si erano allontanate dal Pd e la somma dei voti delle due coalizioni resta invariata”, osserva l’esperto che sentenzia: “rafforzare il Pd non può bastare alla Schlein per vincere le elezioni”. Un aspetto evidenziato anche dal politologo della Luiss, Lorenzo Castellani, secondo cui la neosegretaria del Pd ha fatto a puntare sul salario minimo per ricorrere Conte su quel terreno, mentre “il governo non è apparso troppo in difficoltà, almeno rispetto a quelli che sono i desiderata del suo elettorato che sono naturalmente diversi rispetto a quelli di molte delle redazioni giornalistiche”. "Meloni si è spostata al centro”, spiega Castellani, decisamente convinto che Schlein e Conte siano “destinati a saltarsi in una sinistra più radicale e, quindi il Terzo Polo ha un po’ di difficoltà nel tenere la linea di equidistanza dalla destra e dalla sinistra.

In conclusione, il premier vince di misura il primo match perché “non si è sottratta alla sfida di Schlein, le ha risposto a viso aperto e, perciò, merita un punto in più per il coraggio di non sottrarsi alle sfide”, sottolinea Carlo Buttaroni, fondatore di Tecné. Se, dunque, nessuno dei due contendenti toglie voti all'altro, allora significa che “il centrodestra – sentenzia il sondaggista - gode ancora di una maggioranza più solida persino di quella delle elezioni politiche”.

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