Il mistero di Roma che brucia: record di roghi

RomaRoma brucia come l'inferno e non solo per colpa di Nerone, l'anticiclone. Da due settimane è come se qualcuno avesse deciso di distruggere. Ed è record di incendi, già 500 ettari in fumo. Domenica 12 roghi, lunedì 25, martedì 58. Ieri «solo» 18. L'estate è lunga. Dopo Monte Ciocci (set di Roma Città Aperta e Brutti, Sporchi e Cattivi) ieri mattina è andato in fumo una parte di Monte Mario. È la seconda volta in un mese che prendono di mira la celebre collina, e anche stavolta è caccia all'incendiario. Le fiamme hanno lambito la Madonnina del Don Orione e Villa Madama, bunker per un giorno. Uno dei polmoni verdi della capitale ha l'erba marrone. Come il Quartaccio, Casal Bruciato, Grottarossa, Castel Giubileo, Primavalle, Collatino, Muratella, Settecamini e Ostia Antica ieri fiammeggianti fino a sera.
C'è sempre più la mano dell'uomo, anche se non tutti sono degli incendiari. Spaventosi i numeri: in un anno 120 per cento in più di roghi e tutti, guarda caso, a ridosso della città e di notte quando si vede e si controlla di meno. Il primo rogo a Monte Mario aveva evidenziato l'origine dolosa, focolaio vicino a una panchina. L'esperto della protezione Civile consiglia prudenza, ma calcola che il novanta per cento dei roghi romani siano colpa dell'uomo. «Non c'è solo il piromane, quello con l'accendino in tasca che studia la zona appicca il fuoco e fugge, c'è anche l'agricoltore della domenica, il condizionatore che sovraccarica le linee elettriche, il cacciatore». Un fatto è certo: l'autocombustione è rara, rarissima, un incendio su ottanta, novanta. «La stragrande maggioranza del fuoco - dice Marco Pezzotta, vice questore aggiunto del Corpo forestale dello Stato - è provocata dall'uomo, circa la metà per colpa e l'altra metà per dolo. Un quarto degli incendi colposi sono dovuti al mondo agricolo, alla bruciatura delle stoppie o di residui delle potature, oppure alle macchine agricole che senza manutenzione possono produrre scintille in mezzo all'erba secca».
Poi ci sarebbe un altro problema. Troppi incendi e pochi mezzi. Questa la situazione al Comando dei Vigili del fuoco di Roma. Secondo la Cigl circa la metà dei mezzi non è disponibile. Difficile anche la situazione delle 12 autoscale in servizio presso il comando. Quattro sarebbero fuori servizio e 2 delle restanti 8 risultano immatricolate negli anni 80, quindi con oltre 25 anni di servizio. «Gli effetti dei tagli relativi ai capitoli di spesa - fa sapere il sindacato - incidono sul funzionamento del Comando, portando al collasso il soccorso. Troppi mezzi, da molti mesi, sono fermi sul piazzale delle nostre officine, con riparazioni da 10.000 euro cadauna. E a nulla valgono gli sforzi dei lavoratori addetti alle riparazioni che, oltre a vedere diminuire il proprio potere d'acquisto a causa del blocco del contratto, si devono arrendere alle scarse risorse che rendono impossibile l'acquisto dei pezzi di ricambio».
Preoccupato il vicesindaco Sveva Belviso: «Inquietante questa impennata rispetto all'anno scorso.

Ma dietro i roghi c'è una strategia ben precisa. Gli inquirenti facciano chiarezza. Soprattutto abbiamo constatato che il fuoco riguarda anche zone centrali e solo oggi ci sono stati sei incendi. Potrebbe esserci una strategia. Ma l'autocombustione non esiste».

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