Un'eccellente guidatrice di auto riesce a parcheggiare la propria vettura in poche manovre, in un budello situato nel centro storico di Napoli. In uno spazio ristretto è abile a evitare di tamponare l'auto che la precede e il motorino che si trova alle sue spalle. Soddisfatta per la manovra la donna esce dall'abitacolo ed entra nell'androne dell'edificio dove abita. Raccoglie la posta dalla cassetta e comincia ad aprire una lettera che legge con attenzione.
Che cosa c'è di strano in tutto ciò verrebbe da chiedere ma, c'è un particolare: la provetta guidatrice è una «non vedente». Per questo grave handicap la signora nel 2008 è riuscita a ottenere il decreto di invalidità civile. Tutto falso però: la cecità e, quindi, anche l'invalidità civile ottenuta per un inesistente deficit visivo con allucinazioni. Il falso documento le ha consentito di intascare ogni mese la somma di circa 800 euro. Unica cosa in regola, la patente di guida. La signora è stata arrestata (domiciliari) ieri mattina dai carabinieri della compagnia Napoli Centro al comando del capitano Stefano Tosi con l'accusa di truffa ai danni di ente pubblico.
L'indagata è stata ripresa dalle telecamere dei carabinieri mentre compiva le operazioni appena raccontate. Con lei, ieri mattina sono state arrestate altre 26 persone (19 donne, 8 uomini) ma si tratta solo dell'ultima puntata dell'infinito scandalo dei falsi invalidi di Napoli. Infatti, l'indagine condotta dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino ha avuto inizio nel 2009 e con i 27 ammanettati di ieri, il totale è salito a 337 arresti, a cui vanno aggiunti 21 obblighi di dimora. I carabinieri del Comando provinciale hanno sequestrato agli indagati di ieri la somma di un milione 300 mila euro mentre il totale dall'inizio dell'indagine a oggi è di 15 milioni di euro. Per gli inquirenti i 27 arrestati avrebbero agito con la complicita' di altre persone arrestate nelle precedenti tranche di indagine.
Una delle false invalide finite ai domiciliari è la figlia di una signora arrestata in una precedente tranche di indagine. Quattro degli uomini finiti in manette hanno anche altri problemi con la giustizia. Ben più gravi: sono infatti sono indagine per associazione mafiosa. Un altro indagato era in possesso di due decreti di invalidità: uno regolare, per degli handicap reali, un altro falso e quindi per quest'ultimo e' finito in manette.
Tutti gli arrestati si sono mostrati collaborativi con i carabinieri. Singolare che una signora non abbia saputo riferire agli investigatori per quale tipo di patologia avesse ricevuto il decreto di invalidità. Casalinghe, disoccupati, persone con problemi economici e di lavoro ma, tutte con una vita normale che invece risultavano inabili a qualsiasi tipo di attivita'.
Gli investigatori non hanno dubbi nel sostenere che l'indagine è tutt'altro che conclusa. «Ci saranno altri arresti» spiegano. Il filone dei falsi invalidi è lunghissimo, forse molto più di quanto si riesca a immaginare. Parte degli arrestati del passato ha deciso di «patteggiare» il proprio conto con la giustizia, restituendo (in parte o totalmente) il denaro illecitamente intascato ma, anche, collaborando con la giustizia spiegando i meccanismi e altri protagonisti della truffa.
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