Napolitano sferza il governo: "L'Italia sia fondata sul lavoro"

Il capo dello Stato lancia all'esecutivo un appello a fare presto: "Si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile"

Napolitano sferza il governo: "L'Italia sia fondata sul lavoro"

"Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione". Il capo dello Stato Giorgio Napolitano sceglie un’intervista al Tg5 per lanciare un nuovo appello ad affrontare l'emergenza della disoccupazione che sta mettendo in ginocchio il Belpaese. Non solo richiamandone il valore sancito nella Carta ma anche declinandone il peso attuale nel dramma che lacera i giovani. "La verità è che sono cambiate le tecnologie, i termini dell’occupazione e si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile, sia in Occidente che nei Paesi emergenti", ha spiegato il presidente della Repubblica che non nasconde come il problema sia sentito "molto acutamente e drammaticamente".

Tra le priorità del governo, tracciate dal presidente del Consigliuo Enrico Letta, c'è la disoccupazione. All'indomani delle elezioni Silvio Berlusconi ha battuto sulla necessità di varare un decreto che intervenga sul mercato del lavoro detassando le assunzioni dei giovani. Proprio al parlamento e, in particolar modo, alla maggioranza che sostiene l'esecutivo Napolitano ha voluto lanciare un appello a fare presto ricordando che "quello della disoccupazione giovanile non è un problema puramente italiano". Il capo dello Stato ha replicato all’Economist, che è andato in edicola con una copertina e un editoriale dal titolo Una generazione senza lavoro, sottolineando che il settimanale parla "solo nei Paesi del mondo cosiddetto ricco, di 26 milioni di giovani che non sono più nel processo formativo, non stanno facendo più addestramento e non hanno lavoro". "Nell’insieme l’Organizzazione internazionale del lavoro ha fatto la cifra di 75 milioni di giovani disoccupati, qualcosa di simile alla popolazione di un grande Paese", ha continuato Napolitano tornando alla Costituzione e a "quel primo articolo che ebbe grande significato". Subito dopo ha ricordato che in Assemblea costituente si discusse moltissimo e si scelse questa dizione anzichè l’altra: "È una Repubblica dei lavoratori".

Napolitano ha, quindi, ha messo in risalto il valore di quella scelta terminologica: "'Fondata sul lavoro' è qualcosa di più, significa che c’è un principio regolatore cui si debbono uniformare tutti gli attori sociali e le rappresentanze politiche".

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