"Necessario unire le opposizioni". Schlein insiste sul "partito del bar"

Schlein in fissa con il progetto delle opposizioni unite contro il governo. "È un dovere morale". E fa un fischio pure a Calenda. Ma la teoria è ben lontana dalla pratica: a sinistra persistono le divisioni

"Necessario unire le opposizioni". Schlein insiste sul "partito del bar"
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Tutti a bordo! Elly Schlein fa un fischio ai colleghi dell'opposizione: "Servono sinergie". Armata rossa a raccolta. Per solcare i mari della politica e contrastare il vascello del centrodestra, la leader Pd è tornata ad auspicare un grande polo degli anti-Meloni accoumunato da un ventaglio di valori comuni. "Non solo è assolutamente possibile, ma è necessario. Dopo la sconfitta subita a settembre 2022, e dopo quelle delle regionali e ai ballottaggi delle comunali, io sento questa responsabilità. Spero che la sentano anche gli altri", ha argomentato la deputata di origini luganesi in un'intervista rilasciata al quotidiano Domani.

"È un dovere morale verso l’Italia costruire un'alternativa alla destra. Partendo non dalle differenze ma dalle cose che abbiamo in comune", ha sottolineato Schlein, evidenziando i temi che più differenziano le opposizioni dalla linea intrapresa dal governo. Ma, al di là dei soliti proponimenti di unità a sinistra, la verità è che il Pd è spaccato pure al suo interno. Di recente, ad esempio, le frizioni non sono mancate sul voto alle armi in Ucraina e sulla presenza del segretario di partito alla discussa manifestazione grillina. Come può un partito di per sé frammentato farsi capofila di una grande intesa progressista (tutta peraltro da costruire)?

"Le differenze ci sono, ma vogliamo lasciare che ci impediscano di stare insieme?", ha replicato Schlein. "Davanti a un governo che colpisce così duramente le fasce più deboli, è la responsabilità maggiore che abbiamo", ha argomentato ancora. Il punto è che di tale progetto la leader Pd parla da mesi. Sin dal suo insediemento al Nazareno. Peccato però che le cronache raccontino di un centrosinistra costanemente in bilico tra istinti di cooperazione e zuffe politiche. Nell'intervista al quotidiano Domani, il segretario dem ha tuttavia preferito imbastire una narrazione differente, arrivando persino a tendere idealmente la mano a Carlo Calenda. A dimostrazione del suo sogno di creare un ipotetico campo larghissimo con tutti dentro.

"Se domani mi invitasse Calenda a una sua manifestazione ci andrei, ma non cambierei idea sul sindaco di Italia, che è un’idea sbagliata", ha continuato Schlein. E ancora, barcamenandosi tra le polemiche degli ultimi giorni: "Mi invitano in una piazza contro la precarietà? Ci sarò. Vuol dire che cambio idea sull’Ucraina? No, il Pd ha sempre avuto una posizione chiara di supporto all’Ucraina ma accanto a questo dice: non disperdiamo l'idea di un cessate il fuoco e di una pace giusta, una forza di sinistra non può dismettere la parola pace". L'impressione, tuttavia, è che a parole sia tutto facile. Ma la pratica è un'altra cosa.

"L'opposizione ha sfumature diverse, ma possiamo essere uniti per far scoppiare le contraddizioni enormi che ci sono in questa maggioranza, brava solo a mettersi d'accordo in nome del potere. Mi auguro che si inizi dal Molise, che va al voto", ha concluso la leader Pd. A dispetto di quanto auspicato dalla stessa Schlein, tuttavia, la coperta della sinistra è più corta di quanto si pensi. E le contraddizioni certo non mancano.

Attualmente, ad esempio, a ogni avvicinamento tra dem e Cinque Stelle corrisponde un contraccolpo di incomprensioni e di timori sull'erosione delle reciproche basi elettorali. Figuriamoci se nella baraonda dovesse pure aggiungersi Calenda.

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