Nel Pd in prima linea per i diritti, non c'è più il diritto di dirsi cattolici

Nel Pd libertario e radical-progressista di Elly Schlein si può immaginare una società tradizionale smantellata e ricostruita secondo i dettami più estremi del politicamente corretto

Nel Pd in prima linea per i diritti, non c'è più il diritto di dirsi cattolici
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Nel Pd libertario e radical-progressista di Elly Schlein si può immaginare una società tradizionale smantellata e ricostruita secondo i dettami più estremi del politicamente corretto. Ma, per contro, non è possibile esercitare un diritto essenziale garantito agli eletti nelle istituzioni democratiche: votare secondo coscienza.

Questo è il succo della vicenda della consigliera regionale del Veneto, Anna Maria Bigon (nella foto), rimossa dal ruolo di vicesegretaria del Pd di Verona, per essersi astenuta nella votazione sul suicidio assistito, bocciato dall'assemblea regionale del Veneto. Il Partito, come si diceva nel Dopoguerra, non le ha perdonato la sconfitta: avesse votato sì in sintonia con la linea laicista che va per la maggiore al Nazareno, il testo sarebbe stato approvato.

Anna Maria Bigon fa politica da anni con un'identità precisa che al giorno d'oggi non risulta premiante

a sinistra: è cattolica. Una cristiana osservante con il senso del dono per il prossimo, tanto che in famiglia quando era ragazza pensavano che la sua missione fosse quella di diventare suora.

Il pugno di ferro contro la consigliera veneta viene attribuito a una fuga in avanti della segreteria territoriale. Chi conosce un po' i partiti sa quanto i dirigenti intermedi siano zelanti nell'interpretare la linea politica che viene dall'alto. Hanno ragione i vari Delrio e Castagnetti, anime sparute del Partito popolare inghiottito dai dem, a manifestare sconcerto per i provvedimenti puniti adottati per un voto sgradito a Roma.

La segretaria Elly Schlein si pone come una campionessa di progressismo sui diritti civili, una donna cosmopolita che guarda sempre in avanti.

Ma con lei alla guida, il Pd vede nello specchio retrovisore il vecchio Pci che mangiava i preti e pretendeva voti plebiscitari in ossequio al «centralismo democratico». Una bella formula che non prevedeva mai un lieto fine: per

chi dissentiva era pronta la purga.

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