Non c'è solo lo spread: è boom di reati

Non si vive di solo spread. La faccia triste della crisi economica, quella del dipendente pubblico strozzato da Equitalia, quella del trentenne a casa senza lavoro, è diventata purtroppo feroce. E fa paura più della Merkel. Aumentano le rapine, i furti, i borseggi, le truffe. Soprattutto telematiche. La nostra posta elettronica brulica di trappole per il conto in banca. Nell'Italia in ginocchio c'è rimasto solo il sole, pure troppo, e non è più una buona notizia. I numeri sui reati del 2011 - pubblicati ieri dal Sole 24 ore, fonte Viminale - raccontano bene una crisi che evidentemente invoglia a delinquere. L'agenda settembrina dei tecnici ha un nuovo cerchietto rosso.
Sono proprio i reati predatori a manifestare gli incrementi maggiori: il furto nelle abitazioni è cresciuto del 21 per cento, sfiorando i 205mila casi. Il reato che leva il sonno agli italiani è ancora affare per specialisti dell'Est Europa col vizio di infierire dopo aver saccheggiato. Maggiormente colpite le aree metropolitane e quelle caratterizzate da una struttura economica florida, come le province tosco-emiliane. Un problema, perché il controllo del territorio e il potenziamento dell'attività investigativa diverrà sempre più difficile con una spending review che leva numeri alle forze dell'ordine. Nella classifica delle province con un maggiore incremento di reati, troviamo Forlì (+18,3 per cento), Livorno (+15,8), Rimini (+13,9, sebbene i 300mila abitanti scontino il pienone estivo), Ravenna (+13,7) e Lucca (+12,5), ma anche Piacenza e Pisa con percentuali sopra l'11 per cento.
Significativo il dato dei crimini in calo, una classifica che vede primeggiare le città del Sud. Probabilmente perché da queste parti il crimine non denunciato continua ad essere la prassi. Si parte da Foggia (-6,7 per cento), Matera (-3,6 per cento) e Catanzaro (-3,3 per cento), con l'inserzione al secondo posto di La Spezia (-5,6 per cento). Quanto all'incidenza dei reati totali sulla popolazione (la media è di 4.557 ogni 100 mila abitanti), guida la classifica Milano, seguita da Rimini, Bologna, Torino e Roma, sebbene con forti disparità in numeri assoluti. Dai quasi 295 mila di Milano (7.360 ogni 100 mila abitanti) ai 23 mila di Rimini (7.001 ogni 100 mila abitanti) ai 155 mila di Torino (6.763 ogni 100 mila abitanti). L'incidenza minore si registra nelle province del Sud: Oristano (3.615 reati, nell'ordine di poco più di duemila ogni 100 mila abitanti), Belluno, Matera, Potenza, Enna, Benevento e Crotone. Sulla tipologia dei reati, schizza in su la percentuale di scippi (+24 per cento, e 17.657 denunce), di furti nelle abitazioni (+21 per cento) e rapine (+20,1 per cento e oltre 40 mila casi). In forte aumento anche i borseggi (+16 per cento), mentre l'unica tipologia che rimane in calo è quella dei furti d'auto (-0,7 per cento e 127 mila casi). Napoli continua a primeggiare per le truffe (353 ogni 100 mila abitanti) e per le rapine (270 ogni 100 mila persone), mentre negli scippi è seconda solo a Catania (quasi 100 ogni 100 mila persone) che svetta anche per furti di auto. La piaga dei borseggi, infine, colpisce soprattutto Genova (da anni in testa alla classifica), Bologna, Milano e Rimini, mentre le abitazioni più visitate dai ladri sono a Lucca, Pisa e Pavia.
Non mancano certo le reazioni politiche, del resto la sicurezza è ormai al primo posto nel cuore dei sindaci delle grandi città.

Da Rimini Gianni Alemanno festeggia come se avesse battuto il Milan al novantesimo: «Nonostante le campagne di stampa fatte da alcuni, come certifica la graduatoria del Sole-24 Ore, Roma nel rapporto tra reati e numeri di cittadini e al quinto posto, mentre Milano è al primo. Qui a Roma i reati aumentano meno che in altre parti d'Italia». Beato chi si accontenta. Uno stage in una delle province ufficialmente più sicure (Oristano, Belluno, Potenza, Matera ed Enna) è comunque consigliabile.

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