"Non ha niente da dire?". Schlein contro Meloni (anche se lei non c'entra)

La leader Pd adatta il tormentone anti-governativo alle circostanze. Così, usa le polemiche su La Russa per coinvolgere il premier. Poi il solito ritornello dei diritti civili negati. "Penso sia una strategia..."

"Non ha niente da dire?". Schlein contro Meloni (anche se lei non c'entra)
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Giù il gettone. E via con i tormentoni anti-governativi del momento. Sembra di ascoltare un jukebox col disco rotto: a ogni esternazione politica espressa in pubblico, Elly Schlein intona sempre il medesimo ritornello. O meglio, cambia argomenti in base alle contingenze ma poi si limita a ripetere le stesse note ostili di sempre, i soliti ragionamenti. Esempio pratico: ora che la sinistra ha messo nel mirino Ignazio La Russa, la leader dem si è adeguata alle circostanze. E si è scagliata di conseguenza contro Giorgia Meloni. "Dimostra di essere una donna di parte, anzichè una donna dalla parte della donne", ha affermato a Metropolis, web talk del gruppo Gedi, riferendosi anche alle polemiche suscitate da un articolo del giornalista Filippo Facci.

"Cosa pensa di quanto ha detto La Russa? Cosa pensa del giornalista? Non ha nulla da dire la prima presidente donna del Consiglio? Io la trovo un'aggravante", ha incalzato la leader Pd, strumentalizzando questioni che non riguardano direttamente né la Meloni, né il suo governo. Ma non fa nulla: se c'è un appiglio per attaccare l'esecutivo, lo si sfrutta. Poi, avanti con le ormai note critiche sui diritti civili (anche qui, tutto un déjà vu). "Questo governo non sta dando nessuna risposta. Sono ossessionati dai diritti civili per negarli", ha tuonato il segretario del partito dem. Si potrebbe obiettare, tuttavia, che le istanze reclamate dalla sinistra sono in realtà frutto di una linea politica legittimamente non condivisa dal centrodestra. Nulla di più.

Eppure, secondo la narrazione proposta dalla leader Pd, ci sarebbe addirittura un retropensiero negativo nella linea contestata al governo e alla destra. "Penso non sia un caso ma una strategia quella di restare su un terreno di bandierine ideologiche da piantare a danno dei più fragili", ha teorizzato Schlein. "Per noi diritti sociali e diritti civili" sono sullo stesso piano, ha invece aggiunto attizzando la comoda logica della contrapposizione. E ancora la deputata di origini luganesi ha trovato un ulteriore spunto (trito e ritrito) di polemica anti-Meloni.

"Questo governo in nove mesi non ha fatto nulla sulla transizione ecologica, ha continuato a perseguire la dipendenza delle fonti fossili", ha affermato. E ancora, in ordine sparso, ecco l'immancabile tema migranti. "Sulla questione c'è una resa di Giorgia Meloni.

Io ho trovato veramente incredibile che lei non solo fallisse il tentativo di mediazione con Polonia e Ungheria, ma tornasse in Polonia qualche giorno dopo per farsi dire no alla condivisione di responsabilità sull'accoglienza dal suo alleato che è dello stesso partito che lei presiede a livello europeo", ha argomentato Schlein, le cui conclusioni anti-governative sono state: "I muri che stanno costruendo sono muri contro l'Italia oltre che contro i diritti fondamentali delle persone migranti". Critica un po' fuori tempo massimo, in quanto avvenuta proprio nelle ore in cui Meloni ribadiva la propria ricetta in favore di un accordo europeo e rimarcava la posizione atlantista del proprio governo.

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