Nuovo schiaffo a Grillo Fitoussi lo sbugiarda: "Mai suo consigliere"

L'economista francese: "Non l'ho incontrato, non lo conosco e non lavoro per lui"

Nuovo schiaffo a Grillo Fitoussi lo sbugiarda: "Mai suo consigliere"

Roma - Tra otto giorni debutta la diciassettesima legislatura, avvisate Grillo. Avvisatelo, perché tutto lascia presagire un bel niente anche per quella data. Nessun accordo, nessun inciucio, al diavolo e vediamo che succede. Si consuma così l'ennesima giornata in stile antipartitocratico. Ancora un fiume di informatiche parole mentre Der Spiegel incorona Beppe Grillo antidoto alla Merkel. Antidoto sì, ma mai premier. E mai con i servigi del noto economista francese Jean-Paul Fitoussi, uno che la rigidità nelle politiche di bilancio e monetaria non la vede proprio. Fitoussi, infuriato, ieri ha accusato Beppe di millantare improbabili accordi. «Apprendo con sorpresa dai giornali italiani (ma la notizia è del Sole24Ore) che starei lavorando sul programma di Beppe Grillo. Ma quando mai. Non lo conosco, non l'ho mai incontrato e non sarò il suo consigliere», detta all'Ansa lo stupito professore che stava partecipando a un convegno sulla giustizia globale alla Luiss di Roma. Che botta, e pensare che Grillo ha sempre dichiarato di ispirarsi a Fitoussi.

A questo punto sarebbe interessante sapere che ne pensano il coordinatore per l'economia Mauro Gallegati e l'altro (presunto) collaboratore, nientemeno che il premio Nobel Joseph Stiglitz. Stiglitz che in realtà ha già smentito collaborazioni il mese scorso e a più riprese. In attesa di sapere se bufala è stata, l'agenda la fa il Pd a congresso e i grillini si collegano in streaming con largo del Nazareno proprio mentre Dario Fo accusa il Pd «di dedicarsi al mercato delle vacche». Ernesto detta la linea: «Pdl e Pdmenoelle hanno più punti programmatici in comune tra di loro di quelli che Bersani dice di avere con noi del M5S, quanti ne ho trovati di punti? Dieci». Eccoli: «Entrambi vogliono la Tav, entrambi sono per l'Esm (Meccanismo europeo di stabilità, ndr), entrambi per il fiscal compact, entrambi per il pareggio di bilancio, entrambi per le missioni di pace, entrambi per l'acquisto degli F-35, entrambi per lo smantellamento dell'articolo 18, entrambi per la perdita della sovranità monetaria, entrambi per il finanziamento alla scuola privata, entrambi per i rimborsi elettorali».

Miracoli dello streaming, i giovanotti davanti al pc irridono i democrats inciampando sulle parole, è nel loro stile libero. «Bla bla bla.... ma in parole povere.. che cosa propongono? Non è chiaro questo politichese» commenta Laura, mentre Davide B. sfotte Bersani: «Sta giocando il sudoku». Gli rispondono: «Gli mancano i numeri pure per quello». Sabrina R. annota: «Belle parole, ma i tagli ai politici?». Intanto vanno in onda i tg, Renzi è andato via e tutti si lamentano: «Lui è meglio!!». Marco G. attacca D'Alema: «Volevo sentire baffetto, quello che disse che Beppe era un misto tra il primo Bossi e il Gabibbo». Per (un probabilmente sardo) Luca M.: «Fuori dal mondo sono» e C.M.

scrive: «Questo che parla si crede di essere il guro (sic)». Alessandro taglia corto: «A rivotare». Sul fronte reale slitta la scelta del candidato alle comunali romane, troppa pressione. Verrà scelto on line senza «Graticola day» come successe per le regionali del Lazio.

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