Ora Gucci coltiva un uomo floreale

Crossover è una di quelle parole anglofone che è meglio non tradurre perché così come sono significano tante cose, nessuna delle quali banali. Ci sembra perfetta per descrivere la deliziosa collezione Gucci Uomo per l'estate 2014 in cui gli opposti si accavallano, si sfiorano e alla fine s'intrecciano determinando la trama del nuovo. Si comincia dai fiori che Frida Giannini ha stampato su alcuni completi giacca-pantaloni dal taglio sartoriale e sulle stupende camicie di seta mentre sui grandi pullover lavorati a mano sono magnificamente ricamati. L'intelligente ragazza alla guida della griffe delle due G punta su due diversi motivi floreali: quello a colori cupi e romantici delle prime uscite e il suo opposto a forti tinte dei capi da sera. Nel primo caso i fiori diventano quasi impercettibili, come un nuovo camouflage. Invece gli stampati delle uscite finali sono ispirati dai celebri foulard della maison. Dunque il nuovo uomo Gucci ha un'anima divisa a metà tra sussurri e grida, intimismo e allegria, formale e informale. Ancor più evidente il crossover tra i singoli pezzi. Il tipico pantalone da cavallo (riding pant) entra con prepotenza nel calzone da moto (biker pant) e diventa la braga da avere a tutti i costi per ottenere quella nuova bellissima proporzione sotto ai grandi classici dell'abbigliamento maschile: dal mackintosch alla giacca sartoriale con due spacchi posteriori e il terzo taschino davanti. Infine ci sono gli accessori, autentico capolavoro di crossover perché le sneaker hanno i pellami e le lavorazioni delle scarpe tradizionali e i borsoni pur essendo grandi e «boxy», ovvero a scatola, si portano come zaini. Tutta diversa ma ugualmente magnifica la collezione Fendi è ispirata dal deserto, luogo dell'anima e dei sogni o miraggi che dir si vogliano, ma anche di una dura realtà data dalle estreme condizioni climatiche. Qui la parola d'ordine è multitasking: diverse funzionalità per resistere e sopravvivere al calore come alle nuove esigenze del quotidiano. Ecco quindi le maniche staccabili nei meravigliosi capospalla mentre la tipica cartella da lavoro maschile si arrotola ed entra comodamente nel borsone da viaggio in cuoio romano. Di una bellezza sconfinata i giacconi in pelle che sembra invecchiata dal sole e invece è craquelé (spaccata ad arte) mentre le scarpe a tre colori uno sull'altro vengono spazzolate a mano per 25 minuti ognuna per ottenere il giusto effetto di maltinto. Divine tutte le Tshirt con la riproduzione pixelata di una distorsione visiva da miraggio oppure reversibili. Impeccabile infine lo show tra grandi dune gialle di sabbia e la musica del compositore elettronico Matthew Herbert che ha catturato perfino il canto delle dune. Rocco Barocco e Belstaff hanno in comune solo il casting più riuscito della tornata di sfilate maschili a Milano: modelli belli, anzi bellissimi, ma in ogni caso molto virili. Il perché è presto detto.

I disegni Paisley e le splendide stampe animalier dei capi di Barocco su uomini d'aspetto effemminato non avrebbero lo stesso valore: la libertà della vacanza. Invece i capi per andare in moto ridisegnati con gusto encomiabile da Martin Cooper sarebbero semplicemente ridicoli sui troppi efebi che circolano nel mondo della moda.

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