Il Papa non si fa vedere: crisi nera a Castelgandolfo

Prima estate senza Pontefice da 35 anni, affari a picco nel paese della residenza estiva. Il sindaco: "Speriamo nel prossimo anno"

Il Papa non si fa vedere: crisi nera a Castelgandolfo

Papa Francesco? Uno di noi. Limati i convenevoli e abolito il baciamano, Bergoglio sembra il toccasana, l'anti-Ratzinger, l'ideale per alzare l'indice di gradimento della chiesa e riportarla alle adunate rock dell'era Wojtyla. In futuro, magari. Nel frattempo il papa argentino sembra aver perso un po' d'aureola. Alza la voce, gira con la valigetta e ha imparato a dire di no. Su Balotelli ci sta lavorando. L'altra settimana, sorpresa, all'Angelus non ha ceduto al ricatto dei bimbi antidiscarica, sapientemente piazzati dai genitori sotto il solleone di piazza san Pietro. Ma soprattutto ha confermato di non voler passare le ferie a Castelgandolfo. Erano 35 anni, correva l'anno 1978. Portone chiuso e niente guardie svizzere: delusione e sorpresa. Solo una fugace apparizione il 15 agosto per la festa dell'Assunta davanti a 12mila fedeli e poi via in tutta fretta in Vaticano a lavorare: il Papa mordi e fuggi.

Farsi i 25 chilometri che separano la capitale dalla splendida residenza papale per testare l'umore popolare è uno scherzo. Il traffico è nullo, anche perché i torpedoni latitano da quando i tour operator sconsigliano la fermata senza il Papa. Arrivi e ti aspetti una selva di cartelli, manifesti, appelli a tornare al più presto. Invece scopri che poi tutto questo amore per il pontefice è più che altro a parole, quelle sono a costo zero. Non un cartello, non una foto ricordo, un appello. Fossimo stati in Sudamerica avremmo fatto fatica a trovare un angolo senza Bergoglio. Insomma, da queste parti parrebbe che non si straccino le vesti. Poi però chiedi in giro ed è tutta una lamentela: gli affari vanno male, i turisti non si vedono e i santini non si vendono. Un cinico barista fa finta di niente: «Pochi visitatori? Staranno a magnà, staranno al mare, chennesò».

L'anno scorso c'era la fila qui davanti per prendere un caffè di fronte alla residenza estiva papale. Niente, come non detto. Patrizia Gasperini, altro negozio di articoli religiosi in piazza della Libertà: «Quando mi hanno detto che il Papa non veniva ho pensato a uno scherzo. Certo, con quel portone chiuso ora per noi è dura. Capiamo le sua ragioni, ma per noi è difficile. Abbiamo così tanta merce in magazzino che ci arriveremo a Natale, l'estate per noi è il periodo con cui reggere durante l'inverno, ora non sarà così». C'è chi, come Maurizio Carosi, altro negoziante in piazza, suggerisce che il giardino del palazzo papale venga aperto ai visitatori, il che produrrebbe un ingente movimento turistico durante l'anno. Un giovane vigile conferma: «Mai visto un mortorio simile ad agosto, che guaio». Per il sindaco Milvia Monachesi l'imprevisto deve essere uno stimolo, non si vive di solo turismo religioso, c'è l'ambiente. «Castel Gandolfo vive della presenza del Papa. Durante l'inverno ci si prepara, si aspetta il giorno dell'arrivo delle Guardie svizzere che segna l'inizio della stagione.

Oggi le minori entrate per i commercianti si sommano anche agli effetti della crisi. Però questo deve spingere a cercare formule diverse, siamo tra i borghi più belli d'Italia, abbiamo una posizione stupenda. Comunque speriamo che l'anno prossimo venga, quest'anno non poteva». Sindaco che ha anche scritto al Papa una lettera «per comunicargli il desiderio dei castellani di averlo tra loro, anche se pronti ad accogliere ogni sua decisione».

E ricorda il grande affetto rimasto per Benedetto XVI, che qui soggiornava anche tre mesi, a cui «siamo affezionatissimi». E ti credo. Ora che Francesco dà forfait, Ratzinger «il pastore tedesco» - tra i papi meno popolari dell'era moderna- è tornato in auge. Ammazza che rimonta.

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