"Parla come mangi". La critica del sindaco dem alla Schlein

Toni Matarrelli, sindaco dem di Mesagne, contro la segretaria: "Per ritrovare la sia gente il Pd deve parlare chiaro"

"Parla come mangi". La critica del sindaco dem alla Schlein
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La“piccola e grande” rivoluzione che avrebbe dovuto mettere in piedi Elly Schlein si è trasformata, per l’ennesima volta, in una pericolosa utopia. Il disegno della segretaria dem e del suo cerchio magico è cristallino. Gli obiettivi, come spesso accade ai pianificatori di professione, sono molteplici: ancorare il partito alla Ztl urbana, esasperare un linguaggio incomprensibile ai più e, ovviamente, disconnettersi completamente dal paese reale. L’ennesima dimostrazione di una certa miopia politica che viene criticata anche dalle parti del Nazareno. L’auspicio di Toni Matarrelli, sindaco dem di Mesagne, è tanto semplice quanto esplicativo: “Per ritrovare la sua gente – dice – il Pd inizia a parlare chiaro”.

Il linguaggio incomprensibile del Pd

L’intervista del primo cittadino del Pd rilasciata al Fatto Quotidiano è una lettera al veleno con un solo destinatario: Elly Schlein e il suo programma politico. “Noi a volte – esordisce Matarrelli – parliamo per la gioia di essere fraintesi”. La stagione di Schlein, in effetti, è l’era delle incomprensioni linguistiche. Dalla “giustizia climatica” ai “cicli postivi della circolarità”, dai ragionamenti contorti alle ambiguità ponderate su guerra in Ucraina e termovalorizzatore romano. Fino all’ultima supercazzola in materia di immigrazione irregolare: le “famose” politiche di “esternalizzazione del governo” criticate perfino da Lilli Gruber, giornalista vicina al parterre politico della segretaria. “Ma chi la capisce se parla così?”,aveva esclamato la conduttrice di La7. Nessuno, possiamo rispondere con certezza adesso. Nemmeno i sindaci del Partito democratico.

Il sindaco dem attacca Schlein

“Tutti noi di sinistra – spiega il primo cittadino dem – dobbiamo parlare come mangiamo”. C’è un vizio collettivo – continua – non so per quale motivo ma quando siamo in pubblico iniziamo a parlare a prescindere dalle posizioni di rilevo e dalla gerarchia, in un modo così orribile”. E i risultati si vedono: “Usiamo un linguaggio incompressibile, tirando così un pugno in faccia a chi ci ascolta – ammette il sindaco Pd – ci mettiamo lontano da chi vorremmo il voto”. A meno che il disegno schleiniano, ormai è doveroso chiederselo, non sia proprio questo: abbandonare la vocazione maggioritaria e abbracciare un sentimento strettamente minoritario.

Le ultime uscite pubbliche della segretaria, dalla politica migratoria dei porti aperti alla settimana corta lavorativa, fino all’eterno vizio di nuove tasse e patrimoniali, vanno nella “giusta” direzione. “Esistono anche le piccole imprese – prova a fare presente il sindaco del Pd – sono questi signori a tirare avanti la carretta”.

E ancora: “La sinistra inizi col mostrarsi amica dei cittadini, il nostro problema è di stabilire una connessione”. Insomma, “Cara Schlein, è ora di parlare come si mangia”. Il vocabolario della nuova sinistra radicale e minoritaria, sembra di capire, necessita di un aggiornamento forzato e strutturale.

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