Castellani: "Il Pd non è più affidabile agli occhi della Nato"

Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso la Luiss, commenta le divisioni del centrosinistra in politica estera

Castellani: "Il Pd non è più affidabile agli occhi della Nato"
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Il centrosinistra italiano si è letteralmente spaccato, ieri, durante la votazione sulle modifiche al Pnrr che serviranno per finanziare la costruzione di nuovi armamenti per sostenere l’Ucraina. La delegazione del Pd ha votato in tre modi differenti, mentre il M5S e i Verdi, a differenza del Terzo Polo, hanno espresso voto contrario. Di tutto questo ne parliamo con Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni Politiche presso la Luiss Guido Carli di Roma.

Perché le opposizioni non riescono una linea comune in politica estera?

“Le opposizioni sono sempre state divise sulla politica estera perché, per esempio, Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno sempre avuto una posizione atlantista e non potevano fare altrimenti avendo sostenuto la linea pro-Nato dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi”.

Il Movimento Cinquestelle, invece, ha cambiato linea sul finire della scorsa legislatura…

“Il Movimento Cinquestelle di Giuseppe Conte ha fatto proprio saltare il governo Draghi con una linea più pacifista e di sinistra e contraria al sostegno all’Ucraina e alla fornitura di armi”.

Il Pd, invece, è sempre stato filoatlantico. Giusto?

“In mezzo c’è il Partito Democratico che, fintanto che c’era Enrico Letta, aveva la stessa posizione di Fratelli d’Italia e del Terzo Polo. Poi, dopo le elezioni Politiche, questa posizione si è sfaldata perché la sinistra del partito ha spinto perché il Pd si muovesse nella direzione del pacifismo”.

Poi è arrivata la nuova segretaria Elly Schlein…

“La Schlein, già nel corso della campagna elettorale delle primarie, aveva detto più volte che si trovava più vicina alla linea di Conte che a quella di Letta. Una volta divenuta segretaria con una base elettorale esterna al Pd molto più pacifista e di sinistra ha iniziato il giochino del ‘ma anche’, ‘del pesce in barile’, culminato nelle dichiarazioni dell’altro giorno in cui critica la gestione del governo sul Pnrr”.

Eppure, stavolta, il gruppo dei Socialisti e Democratici a cui appartiene la delegazione del Pd, ha votato convintamente a favore della modifica del Pnrr. Non trova strano che il Pd si sia messo così di traverso? Cos’è cambiato?

“La Schlein dice che il Pnrr non va più bene se va a sostenere il sostegno alla produzione di armi per l’Ucraina, avvicinandosi molto alle posizioni di Conte. Il Pd, quindi, che per un decennio è stato il partito dell’establishment e il partito garante degli equilibri europei e internazionali, oggi sta perdendo questa funzione”.

Ma così il Pd non rischia di diventare inaffidabile nei confronti dei vari partner europei?

“Sì, oggi, rispetto all’Alleanza Atlantica, il Pd è un partito ritenuto meno affidabile rispetto a prima anche dagli osservatori internazionali. L’attuale governo, invece, gode di grande fiducia da parte degli Stati Uniti e da parte di tutta la coalizione della Nato”.

È, quindi, la competizione tra Pd e Movimento Cinquestelle la causa dei tentennamenti dei democratici sull’Ucraina?

“Ribadisco, il Pd ha perso il suo ruolo di garante internazionale e di partito che vuole restare incollato al treno dell’Occidente e dell’Europa.

Questo è aggravato dalle varie dichiarazioni della Schlein che si fa tirare per ragioni meramente elettorali, ma forse anche di convinzione culturale, verso Conte. Questo, per il Pd, diventa un problema perché lo toglie dalla centralità internazionale e lascia tutto lo spazio alla Meloni per legittimarsi sul piano internazionale”.

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