Perché il Def è tre volte inutile il commento 2

diA nulla sembra essere servito il misero flop di Mario Monti, se nella conferenza stampa sul Def 2013 il premier dimissionario, piuttosto che soffermarsi sul provvedimento, ha preferito celebrare il suo operato. Il Def è tre volte inutile: non serve ricordare i risultati (fallimentari) del governo, come l'overshooting della riforma delle pensioni (vedi la tragica vicenda degli esodati), gli effetti devastanti della riforma del lavoro, le nuove tasse introdotte come l'Imu sulla prima casa. È inutile perché si tratta di un atto che il governo ha approvato date le scadenze europee ma che dovrà essere riscritto dal prossimo esecutivo, non appena avrà ottenuto la fiducia del Parlamento. È inutile per lo sterile e colpevole continuismo rispetto alle politiche imposte dall'Europa a trazione tedesca ai paesi sotto attacco speculativo. L'Italia è l'unico Stato costretto ad anticipare di un anno il pareggio di bilancio, dal 2014 al 2013, pur avendo condizioni finanziarie migliori rispetto ad altri. Ne è derivato un eccesso di rigore che ha inferto un colpo durissimo a imprese e famiglie. Al rigore avrebbe dovuto corrispondere una politica monetaria che stimolasse il credito alle imprese, gli investimenti, la produzione e l'occupazione. Ma nemmeno questo target è stato conseguito, nonostante gli sforzi compiuti dal presidente Bce Mario Draghi. Alle manovre espansive di Giappone, Inghilterra e Stati Uniti, l'Europa resiste nella weimariana paura dell'inflazione. Il tributo pagato dall'Italia è enorme: le banche non finanziano le imprese; il credito subisce una stretta senza precedenti; la differenza nei tassi di interesse tra paesi Ue raggiunge uno scarto di quasi il 4%. Con la Germania che si finanzia a tassi reali negativi e altri che boccheggiano. Le deroghe sui debiti della Pubblica amministrazione sono poca cosa rispetto al credit crunch. Meglio rinunciarvi, in cambio di una politica monetaria più accomodante, che avrebbe contenuto lo spread e avrebbe impedito a migliaia di imprese di chiudere. Un solo numero certifica il disastro: il debito pubblico che ha sfondato il 130% sul Pil. Ora occorre un governo politico forte, stabile, sostenuto da un'ampia maggioranza in Parlamento e capace di far valere tutto il peso del nostro Paese in Europa. Un governo debole o di minoranza, come piacerebbe a Pier Luigi Bersani, si presta ad essere eterodiretto.

Con sommo gaudio della Germania, che potrebbe continuare la sua egoistica e fallimentare politica economica. La stessa Germania che per questo motivo, con grande abilità, tiene a bada i mercati, mantenendo basso lo spread, mentre l'Italia brucia. Bell'imbroglio. Ancora una volta. Ma gli italiani hanno capito.

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