Di Pietro vuole multare gli ex. E nasce l'EquItalia dei valori

Il partito sommerge di raccomandate i consiglieri regionali che hanno lasciato l'Idv. Con una minaccia: "Versateci 3.500 euro ogni mese o vi trasciniamo in tribunale"

Di Pietro vuole multare gli ex. E nasce l'EquItalia dei valori

«Hanno fatto tutto un calcolo... A me tra penali e versamento mensile mi chiedono 130mila euro. Ho impugnato tutto al Tribunale di Potenza, adesso c'è la prima udienza. Ma che brutta storia...» dice pieno di amarezza il potentino Enrico Cicchetti, uno dei tanti consiglieri regionali ex Idv passati ad altri partiti e raggiunti dalla raccomandata minacciosa del partito di Di Pietro (oggi «presidente onorario» Idv). Peggio per loro che hanno firmato, nel 2010, pochi giorni prima delle elezioni regionali, un modulo mai visto in un partito politico («La promessa di pagamento») inventato da Di Pietro per scoraggiare il cambio di casacche e, nel caso di fuoriuscite, rimpinguare le casse del partito con multe e penali ai «traditori».
Il contratto prevede la bellezza di 100mila euro di penale, una tantum, per i consiglieri regionali che cambiano gruppo, più 3.500 euro al mese, per tutto il resto della legislatura, cioè fino al 2015. I 100mila euro di penale non vengono però citati nelle raccomandate. Forse perché il Tribunale di Roma nel settembre 2012, dopo il ricorso del consigliere regionale pugliese Idv Giacomo Olivieri - uno dei primi fuoriusciti-, ha respinto l'ingiunzione di pagamento dell'Idv «considerandola illegittima e anche vessatoria, perché fatta pochi giorni prima delle elezioni», ci racconta Olivieri.

La lettera, che in questi giorni viene recapitata nelle caselle degli eletti ex Idv, firmata dal tesoriere Ivan Rota, chiede invece al malcapitato che, in forza della «promessa di pagamento da te sottoscritta in occasione della candidatura al Consiglio Regionale», vengano pagate «entro dieci giorni» tutte le somme in sospeso, più «3.500 mensili da corrispondere entro i primi cinque giorni di ogni mese per tutta la durata del mandato elettivo». E aggiunge: «Nell'ipotesi, spero remota, in cui non dovessi provvedere al versamento della suindicata somma, l'Idv sarà costretta ad adire le vie legali».

«Si potrebbe fare una class action» butta lì Franco Grillini, ex presidente Arcigay, eletto in Emilia Romagna con l'Idv, ora nel Misto e ancora in attesa della cartella di pagamento: «Rincorrere i consiglieri regionali per chiedere i soldi, non è una cosa edificante... Come al solito si predica bene e si razzola male». I consiglieri inseguiti dalla «Equitalia dei valori» sarebbero tra i venti e i trenta. «Sono più di due terzi quelli che hanno lasciato Di Pietro - calcola Massimo Donadi, ex capo dei deputati Idv, uscito dal partito quando Di Pietro si è buttato con Ingroia -. So che a tutti stanno arrivando queste raccomandate, con la richiesta di soldi. A mio avviso è incostituzionale perché gli eletti non hanno vincolo di mandato con un partito. Tra l'altro sarebbe interessante capire perché Di Pietro chieda questi soldi, visto che quando ho lasciato io l'Idv aveva in cassa 17 milioni di euro». Dal bilancio Idv chiuso il 31 dicembre 2012 si evince in effetti che se il partito è politicamente moribondo, dal punto di vista finanziario ha ancora buone risorse: 4,5 milioni di depositi bancari, 8milioni di euro in fondi finanziari. Anche se la chiusura dei conti 2012 è in disavanzo.

A molti consiglieri regionali la lettera arriva ora, a distanza di mesi, alcuni anche di anni, dall'uscita dal partito. «A me è arrivata l'altro giorno - spiega Maria Luisa Chincarini, consigliere in Toscana, uscita da Idv a gennaio per andare col centro di Tabacci -. Prima di incattivirmi voglio parlarne con loro, magari troviamo un accordo». Una transazione, con qualche migliaia di euro per chiuderla lì. Con Equitalia funziona, con Equitalia dei Valori magari anche. Molti altri invece sono già dai loro avvocati per fare ricorso, puntando sulla nullità di quella «promessa di pagamento» fatta firmare nel 2010. All'Idv, rimasta fuori dal Parlamento, restano ancora dei crediti elettorali ma solo quelli, se non torna a percentuali da seggio.

E quindi, malgrado il ricco conto in banca, Anche perché Di Pietro non sembra rassegnato alla vita agreste. Spesso ospite in tv, Di Pietro ha annunciato di volersi candidare alle Europee di primavera. I fondi servono. I «voltagabbana» paghino.

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