Detenuto dal 9 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sul Qatargate, Antonio Panzeri è uscito dal carcere di Saint-Gilles per andare agli arresti domiciliari. La scarcerazione con sorveglianza elettronica era stata sancita dalla Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles una settimana fa. Arrestato con l'accusa di corruzione e riciclaggio di denaro, l’ex europarlamentare dem è apparso visibilmente dimagrito e non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Lasciata la prigione belga con un borsone a tracolla ed una borsa per la spesa, è salito su una vettura che lo attendeva per condurlo al suo domicilio.
Qatargate, Panzeri lascia il carcere
Volto di spicco nonché deus ex machina dello scandalo Qatar, Panzeri a gennaio si è “pentito” optando per il patteggiamento: pena ridotta ad un anno effettivo di reclusione, con multa di 80 mila euro e la confisca di tutti i beni acquisti. Su quest’ultimo punto, la stima del denaro ricavato dalle mazzette ricevute da Doha e Rabat si è attestata attorno al milione di euro.
La svolta è arrivata lo scorso 17 gennaio, con un memorandum fondamentale per gli inquirenti. I faccia a faccia del politico italiano - ex Partito Democratico e Articolo Uno - con le autorità si sono susseguiti a ritmo serrato, con l’introduzione di elementi che hanno portato all’arresto del dem Andrea Cozzolino – attualmente ai domiciliari a Napoli – e del belga Marc Tarabella (anche lui ai domiciliari). Allo stesso tempo, sono tornate in libertà la moglie Maria Dolores Colleoni e la figlia Silvia, entrambe accusate di essere sue complici nel traffico di soldi sporchi.
In base agli accordi stipulati, Panzeri tornerà completamente libero tra otto mesi, pur in attesa di processo e sentenza. Ma l’ex europarlamentare dem potrebbe non essere l’unico con questo destino: anche il suo collaboratore Francesco Giorgi è uscito di prigione sotto sorveglianza elettronica grazie alla proficua collaborazione con gli inquirenti. Fuori dalla cella anche l’ex vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili. Dopo oltre 120 giorni nel carcere di Haren, la socialista ha potuto usufruire degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
A differenza di Panzeri, la compagna di Francesco Giorgi non ha confessato e ha anzi promesso di lottare per dimostrare la sua totale estraneità: "Eva Kaili esce di prigione a testa alta e con dignità, non ha confessato reati che non ha commesso, lotterà per la sua innocenza fino alla fine", le parole del suo legale Michalis Dimitrakopoulos.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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