Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia di Antonio Panzeri, tornano libere. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Brescia revocando le misure cautelari dei domiciliari a seguito della decisione dei magistrati belgi che indagano sul Qatargate di rinunciare alla consegna delle due donne. Nella giornata di ieri l'ufficio del giudice istruttore di Bruxelles, Michele Claise, aveva inviato alla presidenza della Corte d'appello di Brescia la nota formale con cui il Belgio rinunciava alla consegna di Colleoni e Silvia Panzeri, destinatarie di un mandato d'arresto europeo e ai domiciliari dallo scorso dicembre. La nota con la quale la magistratura belga spiega di non avere più interesse alla consegna è stata poi inviata ai due collegi che, nelle scorse settimane, avevano dato il via libera al trasferimento delle due donne in un carcere belga.
Le accuse mosse alle familiari di Panzeri
Tutto questo avviene come conseguenza dell'accordo raggiunto con Antonio Panzeri. L'ex eurodeputato ha dato infatti la propria disposizione a collaborare, in cambio di un anno di reclusione e la confisca di un milione di euro. Una cifra che equivale più o meno la somma dei soldi trovati nella sua abitazione di Bruxelles, nella casa di Calusco D'Adda, nella Bergamasca, e sui conti correnti intestati a lui e alla figlia. Si tratterebbe, dunque, di una sorta di patteggiamento che ha portato l'ex segretario della Camera del lavoro di Milano a ricostruire la presunta rete di corruzione e i destinatari delle presunte mazzette che Qatar e Marocco avrebbero versato in cambio di favori ottenuti grazie al 'pressing' sui parlamentari europei. Una collaborazione che, in merito a figlia e moglie, ha fatto quindi cadere le esigenze investigative anche se, come ha spiegato l'avvocato Angelo De Riso, non appena sarà possibile, renderanno interrogatorio ai magistrati del Belgio. Al momento, comunque, la situazione giudiziaria vede la moglie e la figlia di Antonio Panzeri essere accusate di corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere per fatti commessi dall'1 gennaio 2021 all'8 dicembre 2022. Secondo gli inquirenti belgi, le donne sarebbero state "pienamente consapevoli delle attività" di Panzeri, e beneficiarie dei proventi della presunta corruzione. Avrebbero inoltre avuto a disposizione una carta di credito.
Gli sviluppi dell’inchiesta
Intanto l'indagine va avanti. I magistrati belgi, giunti ieri a Milano, stanno analizzando le carte (compresi i rapporti bancari) e stanno effettuando la copia forense di pc, cellulari e altri dispositivi informatici sequestrati nelle residenze italiane degli arrestati. Tra questi c'è anche Monica Rossana Bellini, commercialista della famiglia Panzeri, posta ai domiciliari il 18 gennaio e che, per l'accusa, avrebbe gestito la presunta rete societaria di riciclaggio dei soldi delle tangenti.
Sono poi acquisite copie dei documenti cartacei e degli estratti conto di tutte le persone italiane finora coinvolte, tra cui Francesco Giorgi, ex braccio destro di Panzeri, nell'ambito dell'indagine che ipotizza presunte mazzette versate da Qatar e Marocco in cambio di favori ottenuti tramite pressioni su esponenti del parlamento Ue.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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