"Qualcuno teme ritorsioni". Il sospetto di Crosetto sulla giustizia

La solidarietà del ministro della Difesa al Guardasigilli Nordio: "Si trova stretto nella morsa. Qualcuno vuole mantenere il potere di utilizzare la 'giustizia' come uno strumento di lotta politica"

"Qualcuno teme ritorsioni". Il sospetto di Crosetto sulla giustizia
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Il tema della giustizia è tornato a infiammare il dibattito politico del nostro Paese. Il governo di centrodestra è fortemente intenzionato a partorire una riforma in senso liberale e garantista, dando seguito ai contenuti del programma elettorale premiato da una larga parte degli italiani. La determinazione dell'esecutivo ha però innescato la dura reazione del mondo delle toghe, innescando così un sospetto ben preciso da parte di Guido Crosetto che si è interrogato sul motivo di una tale ribellione di fronte a un governo che vuole semplicemente rispettare il mandato popolare.

Il ministro della Difesa ha affidato al proprio profilo Twitter una considerazione sugli animi infuocati che si stanno sempre più allargando all'interno della galassia della magistratura. Crosetto ha espresso solidarietà a Carlo Nordio, ministro della Giustizia, che a suo giudizio si trova "stretto nella morsa": da una parte è situato chi "vuole mantenere il potere di utilizzare la 'giustizia' come uno strumento di lotta politica"; dall'altra è posizionato chi ha scarso coraggio e di conseguenza "ha paura di sfidare l'ingiustizia facendo una scelta Giusta, perché teme 'ritorsioni'".

La considerazione del titolare del dicastero della Difesa trova radici nel dibattito assai incandescente che da diversi giorni sta prendendo piede in Italia. A scatenare i dubbi della maggioranza è il tempismo di alcune vicende: il caso del ministro del Turismo Daniela Santanchè; il gip di Roma che procede per imputazione coatta nei confronti di Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, per quanto riguarda l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio in relazione al caso Cospito; la fuga di notizie e le voci sull'accusa di presunto stupro (ancora tutta da verificare) del figlio di Ignazio La Russa. Tutto nel giro di pochissimi giorni.

Da qui il sospetto di fonti di Palazzo Chigi che, alla luce di una tale coincidenza cronologica, non si sono tirate indietro dall'avanzare un sospetto: in sostanza ci si è chiesti in maniera retorica se una fascia della magistratura abbia deciso di indossare i panni di ruolo attivo di opposizione e di aprire le danze anzitempo per la campagna elettorale in vista delle elezioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024.

Stop all'abuso d'ufficio e separazione delle carriere sono solo alcune delle battaglie che il governo guidato da Giorgia Meloni vuole mettere nero su bianco.

Come scritto da Luca Fazzo su ilGiornale in edicola oggi, i pontieri sono in azione per evitare la guerra totale con le toghe. Un clima di guerriglia permanente con la magistratura che si vuole scongiurare per far sì che la macchina delle riforme non si interrompa. L'obiettivo è procedere in maniera spedita.

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