Quel fascino all'americana un po' marinaro e un po' chic

Quel fascino all'americana un po' marinaro e un po' chic

New YorkUna «American beauty» tra la Riviera francese e Portofino può essere fatale quanto una tigre a caccia nella foresta del Bengala. Lo dice la storia della crociera effettuata da Jackie Kennedy sul Christina di Aristotele Onassis che nel 1968 portò l'armatore greco a impalmare la vedova del presidente ucciso a Dallas con tante scuse per Maria Callas che lo aspettava a Parigi. Insomma lo chic nautico che puoi imparare veleggiando nelle acque di Martha's Vyneard o nella baia di Hyannis Port vince e convince in tutto il mondo come dimostra la strepitosa collezione di Tommy Hilfiger per l'estate 2013. L'irresistibile stilista di Elmira ha fatto sfilare le sue modelle su una passerella-pontile in un'area del parco costruito al posto della vecchia ferrovia sopraelevata di New York.
Oltre agli impeccabili tailleur pantalone in seta a righe bianche, rosse e blu c'erano deliziosi chemisier corti e lunghi abiti-paracadute appesi a grosse catene dorate con gli stessi colori e motivi tipicamente marinari. In alcuni casi la rigatura era a forma di grosse perle degradè, in altri diventava un grafico zig zag, ma non faceva mai pensare alla cosiddetta «mariniere» dei francesi e tantomeno alle magliette dei nostri gondolieri. «È uno stile prettamente americano destinato ad andare dappertutto» spiegava infatti lo stilista che dice di produrre il suo lusso accessibile in Italia «dove c'è ancora il gusto del dettaglio e della costruzione artigianale». Se per Tommy il viaggio estivo è una crociera su un panfilo lussuoso, per Diane von Furstenberg è una corsa a perdifiato da Roma a Marrakesh con imprevisti stop over nei palazzi di Jaipur. La stilista propone quindi leggeri kaftani di chiffon, seducenti abiti mutuati dall'idea del sari, tanti pantaloni tagliati come sarong e una marea tra giacche, bluse e gilet con gli stessi profili a contrasto delle finestre marocchine. Senza dubbio però la trovata più nuova della sfilata sono gli occhiali con telecamera incorporata (tecnicamente si chiamano «per la realtà aumentata») che il fondatore di Google, Sergey Brin, ha fatto indossare a Diane e al suo staff prima, durante e dopo lo show. Scopo dell'impresa raccogliere i film girati da modelle, assistenti, amici e ospiti del brand per montare un cortometraggio sulla moda che verrà trasmesso sulla piattaforma di Google dopodomani. Meno avveniristico ma molto più vero il viaggio che lo stilista spagnolo Custo Barcelona (nome d'arte di Custodio Dalmau) dice di dover fare per consolidare il fatturato del suo marchio. «La crisi ci spinge ad emigrare come i nostri nonni in cerca di nuovi mercati» dice poco prima di far sfilare la sua collezione battezzata non a caso X Ray. I capi erano infatti costruiti su tessuti trasparenti o trame di pizzo che consentono d'intravedere la silhouette sotto a sapienti assemblaggi di diversi materiali colorati e decorati oltre ogni dire. Deliziosi, ad esempio, i miniabiti con innumerevoli post-it lavorati all'uncinetto fermati da luccicanti teschietti di strass. E davvero portabili oltre che pieni di accattivante sensualità i luccicanti modelli da sera tra cui una piccola tunica ricamata a cristalli degna di una sfilata d'alta moda.
Si torna al viaggio inteso come necessità dell'anima da Belstaff, marchio inglese recentemente rilevato dal Gruppo Labelux cui fanno capo anche Bally e Jimmy Choo. «Ho pensato al lato romantico delle grandi viaggiatrici, come Amelia Earhart, l'aviatrice americana che ha insegnato alle donne a volare» ha detto Martin Cooper, quarantaseienne designer del Sud Carolina da un anno e mezzo alla direzione creativa del brand.

Grazie a un'imponente ricerca d'archivio con tante visite nei mercatini dell'usato, il nostro eroe ha rintracciato innumerevoli bagagli d'altri tempi da cui ha preso cinghie e chiusure che definivano graficamente la linea di abiti, spolverini, giacche da viaggio e tute da aviatore con un certo non so che di arioso e leggero. Belstaff ha inaugurato ieri la sua prima boutique monomarca in Madison Avenue con grande soddisfazione di Harry Slatkin, magnate delle candele profumate oltre che ceo del brand.

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