"Questo lo sa?", "Non vale nulla". Scontro tra Vespa e Conte sul caso Almasri

Alta tensione tra il giornalista Rai e l'ex premier sul caso della liberazione del funzionario libico: ecco cos'è successo a "Cinque minuti"

"Questo lo sa?", "Non vale nulla". Scontro tra Vespa e Conte sul caso Almasri
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Continua a tenere banco il caso Almasri, il generale libico scarcerato e rimpatriato tra le polemiche. Già finito nel mirino della sinistra per la sua presa di posizione, Bruno Vespa è stato protagonista di un vivace botta e risposta con Giuseppe Conte nel corso del consueto appuntamento con "Cinque minuti", in onda su Rai 1.

Il leader del Movimento 5 Stelle non s'è detto soddisfatto delle informative di Nordio e Piantedosi per l'assenza in Parlamento del premier Giorgia Meloni, considerata responsabile insieme ai ministri: "Questa vicenda riguarda il Governo nella sua interezza. Lei deve venire da donna, da madre, cristiana a spiegare perché ha messo su un volo di Stato con tutti gli onori e rimpatriato un criminale accusato addirittura di stupri su bambini con un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale" le parole dell'ex primo ministro: "Questo governo è una vergogna nazionale e internazionale. Questo governo sta cancellando tutta la legalità internazionale. Per cosa? Per rimpatriare un criminale, un boia? Domani mattina tutti gli stupri, tutti i crimini efferati, le nefandezze che questo criminale commetterà in Libia chiameranno come complice morale la presidente del Consiglio".

La replica di Vespa non si è fatta attendere. Il giornalista Rai ha evidenziato che, è dura da dire, ma "Almasri oltre a essere un torturatore, è anche un pezzo dello Stato libico": "Cioè lei sa che quando lei è andato in Libia o quando ci va la Meloni o quando ci vanno tutti la sicurezza nell'aeroporto in cui è atterrate è garantita da Rada?". Forse colto di sorpresa, Conte non ha lesinato attacchi frontali: "Guardi, questo argomento lei l'ha già usato e non vale nulla. Se io avessi avuto da presidente del Consiglio un mandato di arresto dalla Corte penale internazionale l'avrei assicurato alla giustizia internazionale, questo non lo deve dire, non si deve permettere di dirlo perché non è un argomento".

Impossibile non notare il nervosismo di Conte, che ha interrotto continuamente i tentativi di replica di Vespa, reo di aver difeso l’operato del governo sulla liberazione del funzionario libico.

Il pentastellato ha quindi proseguito la sua filippica così: "La nostra intelligenza può lavorare con tutti e in certi contesti possiamo anche avere a che fare con loschi figuri, ma se arriva il mandato di arresto internazionale con quelle accuse, si prende l'indagato e lo si manda all'Aia e il presidente del Consiglio in questo momento si è reso responsabile di una grave vergogna nazionale, grave irresponsabilità politica, grave insipienza giuridica".

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