Caso Almasri, Vespa difende Meloni ma la sinistra lo crocifigge: "Sa di regime"

"Si fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale" le parole del conduttore di "Cinque Minuti" che hanno acceso il dibattito. Opposizione e Usigrai in coro: "Ha superato ogni limite"

Caso Almasri, Vespa difende Meloni ma la sinistra lo crocifigge: "Sa di regime"
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Tiene banco il caso Almasri. La Procura di Roma ha firmato l’informazione di garanzia a Giorgia Meloni e ad altri tre esponenti del governo ipotizzando i reati di favoreggiamento e peculato per la scarcerazione e il rimpatrio del generale libico. Ieri è arrivato l’affondo frontale del primo ministro nei confronti della sceneggiatura, ma ora il dibattito politico coinvolge anche Bruno Vespa. Il giornalista è infatti finito nel mirino della sinistra e dell’Usigrai per aver espresso il suo giudizio sulla vicenda. “Portavoce della Meloni” l’addebito nei suoi confronti.

Al termine del dibattito a “Cinque minuti”, su Rai 1, tra Angelo Bonelli e Francesco Paolo Sisto sul caso Almasri, Vespa ha preso la parola e ha tenuto a evidenziare: "Quello che i signori dietro la lucetta rossa non sanno ma che i parlamentari di ogni partito sanno è che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori per la sicurezza nazionale, questo avviene in tutti gli Stati del mondo".

Dal Pd al M5s, l’opposizione ha biasimato senza mezzi termini il volto Rai. ”Ha superato se stesso. Altro che terza Camera, è diventato il portavoce ufficiale di Palazzo Chigi" il j’accuse di Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd. Sulla stessa lunghezza d’onda i 5 Stelle con gli esponenti della commissione Vigilanza Rai: “Ieri sera, nel suo programma Cinque Minuti su Rai1, Bruno Vespa ha superato ogni limite [...] Il tema non è che prima c'erano quelli di sinistra a proteggere i governi di sinistra e ora che Vespa fa più o meno lo stesso con un governo di destra dobbiamo urlare allo scandalo. Il punto è che per noi quel modo di gestire il Servizio Pubblico era sbagliato ieri come lo è oggi. Ma nel caso di Vespa c'è di più, perché conduce uno spazio dopo il Tg1 dove sono necessari massima prudenza ed equilibrio. Esattamente quello che ieri sera è mancato, visto che Vespa è stato il megafono più acceso del governo Meloni”.

Anche l'Usigrai non ha lesinato critiche. "L'arringa di Bruno Vespa sugli Stati che fanno cose sporchissime per la sicurezza nazionale non può essere il tratto che identifica l'approfondimento giornalistico di Rai1. Cosi non è informazione ma propaganda che sa di regime" l'attacco dell'organizzazione sindacale: "Dalla Rai e dalle Redazione di Tg, Gr e Programmi deve arrivare ai cittadini una informazione completa e chiara sulle modalità e le responsabilità che ruotano intorno ai fatti. Le chiose di Vespa o i servizi che mettono in relazione fatti diversi non spiegano cosa sia accaduto, ma alimentano solo speculazioni che non fanno bene all'informazione di servizio pubblico e alla Rai".

Interpellato dall'Ansa, Vespa ha risposto così all'Usigrai e al M5s: "All'Usigrai posso solo perdonare l'ignoranza. Mi meraviglia il M5s che ha un presidente premier in due governi. Dovrebbero sapere benissimo che operazioni moralmente discutibili vengono fatte in ogni Stato da governi di ogni colore per ragioni di sicurezza nazionale. Con tutto il rispetto, invece che denunciarmi alla Vigilanza Rai chiedano chiarimenti al Copasir".

Totalmente diversa, invece, la presa di posizione del sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai. "Non c'è solo una parte consistente della magistratura ad essere politicizzata, ma anche una nicchia della categoria dei giornalisti. Nulla di nuovo. Si evidenzia però in questo momento storico una quotidiana insofferenza verso qualsiasi forma di pluralismo delle opinioni e si grida addirittura al regime.

Dimostrando così di aver perso oltre al contatto con la realtà anche il senso e la misura delle parole" si legge in una nota: "Bruno Vespa ha espresso liberamente il suo pensiero, in sintonia con buona parte del pubblico della Rai che mai come in questo momento ha la possibilità di usufruire di un'offerta ricca e plurale".

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