Re Giorgio si regala un rubino E la sfilata s'illumina di rosso

A volte la bravura è commovente. Ci ritroviamo infatti con le lacrime agli occhi dopo l'indimenticabile esibizione del violinista Ray Chen che, su richiesta di Armani, ha eseguito il Capriccio N. 21 di Paganini al termine della conferenza stampa post sfilata. Lo straordinario interludio musicale è solo la ciliegina sulla torta di un bellissimo incontro umano e professionale intorno al progetto uomo di Armani per l'autunno inverno 2013/2014. La sfilata è un inno a quella forza virile senza violenza che non prevede fisici da body builder e tantomeno forzature da passerella. Certo i capispalla hanno volumi più ampi del solito che enfatizzano la linea asciutta dei pantaloni e la solida eleganza delle nuove scarpe con una specie di ghetta trattenuta da due piccole fibbie sulla mascherina.
Fin qui, però, siamo nel gran ballo delle tendenze di stagione in cui Armani soprattutto per quel che riguarda la moda maschile si muove meglio di Fred Astaire. La prima zampata arriva con una serie di pantaloni in velluto rosso rubino, tinta preziosa e aristocratica utilizzata poi anche per un fantastico parka di cavallino, per uno dei giubbotti con l'inconfondibile taglio a giustacuore che Re Giorgio ha traghettato nella modernità e per alcuni degli ultimi strepitosi pullover con intrecci geometrici di cashmere e mohair. «L'idea di quel colore - racconta Armani - mi è venuta guardando un film sulla guerra in Cecenia che racconta la storia di una nonna in visita al nipote nel campo degli ufficiali russi. A un certo punto questa donna anziana e bellissima tira fuori l'anello e gli orecchini di rubino facendo dimenticare per un attimo i suoi capelli bianchi, il grigiore della scena, la tristezza della guerra. Un effetto stupendo. Ho voluto riproporlo con la mia moda: il piacere di un colore su cui posare gli occhi».
Inevitabile a questo punto chiedergli se la spilla con rubino appuntata sul revers dei suoi sofisticati smoking sia un altro omaggio a quel film che per la cronaca è Alexandra, struggente capolavoro di Alexandr Sokurov. Lui sorridendo mostra il ciondolo nascosto dalla sua eterna T-shirt di modal blu e dice: «Me lo son fatto dare da una signora che ho incontrato qualche tempo fa, mi piaceva troppo». Pare che lo stesso ciondolo abbia sfilato al collo di Marlon, il modello dell'ultima uscita con un sofisticato ensemble di camicia e sciarpa stampata sotto alla giacca da smoking in velluto e satin.
Di sicuro sfilare dopo Armani non è facile per nessuno: tutto ti sembra poco oppure troppo. In questa guerra degli impossibili paragoni vince senza dubbio Rocco Barocco con i suoi bei pullover da sera borchiati e con le camicie abbinate al cache col annodato più volte intorno al collo.

Non convince invece Francesco Martini che pure ha l'idea luminosa di far sfilare insieme l'uomo e la donna Coveri. Le stampe ispirate dai personaggi dei vecchi videogames di 8bit, l'azzurro per lui e il rosa per lei: troppo poco per parlare di moda.

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