Record disoccupati e carovita: i "falli-Monti" del premier

I giovani senza lavoro crescono del 20% e la spesa aumenta di 2.333 euro annui. E i decreti dei tecnici sono in alto mare

Il premier Mario Monti
Il premier Mario Monti

Roma - Dietrofront sui beveraggi. The freddi, bibite annacquate all'arancia rossa e frizzanti non saranno tassate. Ormai va così: il governo tecnico si barcamena tra decreti ritirati e un'economia in recessione. Non c'è un dato economico in positivo, falli-Monti (copyright Maroni) non sa più che pesci prendere, i conti non tornano e stiamo molto peggio di un anno fa. Crollano Pil, consumi, occupazione e crollano mercati floridi come l'immobiliare che per tigna tiene (almeno a Roma) i prezzi alti. Ma, mistero, aumentano i giorni di sciopero: più 55 per cento in 5 anni! (aerei esclusi). Mancano i soldi e anche la voglia di lavorare. Altro che riforma Monti. Dicevamo dell'economia. Mentre il premier fa capire di aver preso l'ennesimo abbaglio sanitario con i frizzanti (nel decretone di mercoledì potrebbe sopravvivere solo la norma contro le ludopatie che mette limiti alle presenze delle sale da giochi) ieri sono arrivati dati Istat da brivido. In cinque anni gli occupati under 35 sono diminuiti di 1.457.000 unità, con una riduzione del 20 per cento. Nel secondo trimestre di quest'anno i lavoratori tra 15 e 34 anni sono così scesi a 5.876.000 unità, mentre erano 7.333.000 unità nello stesso periodo del 2007.
Un periodaccio. Il debito pubblico sfiora i 2.000 miliardi e ha vanificato gli effetti dell'Imu e dell'aumento delle accise. Per non parlare dei consumi, ormai i supermercati campano solo con le offerte. Tra l'altro, Coldiretti denuncia un aumento «ingiustificato» del 40 per cento del prezzo dei mangimi (soprattutto mais e farina di soia) che metterebbe a repentaglio la produzione futura di latte e carne.
Ma è il surplus di spesa che gli italiani dovranno affrontare da settembre che terrorizza il contabile, il potere d'acquisto diventa irrisorio, mentre fare un pieno alla macchina diventa roba da ricchi. Ieri l'ennesimo appello-minaccia da parte delle associazioni dei consumatori che propongono per il 19 la giornata dello sciopero della spesa. Tutto fa brodo. «Questa politica economica non riesce a dare risposte positive alla crisi che attraversa il paese» fanno sapere da Adusbef e Federconsumatori. Calcoli alla mano, l'aumento dei prezzi, delle tariffe e delle tasse porteranno a far spendere alle famiglie un surplus di 2.333 euro annui, una settimana ai tropici. La spesa maggiore per l'acquisto di alimenti sarà di 392 euro; per le bollette è previsto un incremento di 308 euro; mentre i costi energetici, tra carburanti e riscaldamento, registreranno aumenti vertiginosi (+471 euro). Senza dimenticare le tassazioni, l'Imu, l'addizionali Irpef e il carico economico per mandare un figlio a scuola.

«C'è da rimpiangere il governo Berlusconi - fa notare Maroni - Soprattutto per quanto riguarda la gestione della crisi economica. Peggio di così è impossibile. Ci sono i dati a dirlo, dalla disoccupazione all'aumento del debito, l'aumento della pressione fiscale e l'inflazione. Monti ha fallito, prima va a casa, meglio è».

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