"Il riarmo non sia a scapito di sanità e servizi pubblici". Giorgetti fissa l'asticella sul piano Ue

Il ministro dell'Economia interviene alla Camera: "Non aumentare il debito, a rischio la stabilità finanziaria. Auspicabile ruolo Bei e bilancio Ue"

"Il riarmo non sia a scapito di sanità e servizi pubblici". Giorgetti fissa l'asticella sul piano Ue
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L'aumento dei finanziamenti per la difesa non potranno far sì che vengano danneggiare ambiti importanti come la salute e i servizi pubblici. Lo ha specificato chiaramente il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo questo pomeriggio al question time alla Camera dei Deputati e rispondendo a un'interrogazione del Movimento 5 Stelle riguardante l'impatto del progetto ReArm Eu sui saldi di finanza pubblica e i titoli di debito. Il governo Meloni "ha ben presente la necessità che la flessibilità connessa alla clausola" di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita "non comprometta la sostenibilità delle finanze pubbliche e non comporti un aumento significativo del debito pubblico", ha dichiarato Giorgetti. Questo lascerebbe i Paesi ad alto debito in una "posizione di debolezza e aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria nell'area dell'euro". Per l'esecutivo italiano, quindi, il finanziamento alla difesa "non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali come sanità e servizi pubblici".

Il piano di riarmo europeo annunciato da Ursula von der Leyen prevede la mobilitazione di risorse complessive fino a 800 miliardi di euro per rafforzare la sicurezza e la difesa europea. È stato resto pubblico dalla presidente della Commissione Ue e si articola su cinque pilastri, "ma i dettagli che saranno determinanti saranno forniti solamente nelle prossime settimane con la pubblicazione di un libro bianco sulla difesa che sarà fondamentale per delineare le strategie future e le priorità in materia di difesa a livello europeo", ha proseguito a Montecitorio il ministro dell'Economia. Quest'ultimo ha sottolineato che l'attuale panorama geopolitico è caratterizzato "da una complessità e una incertezza che non possono essere fronteggiati articolando una risposta priva di una coerenza con gli altri Stati membri dell'Ue". Ciononostante l'Italia ha salutato positivamente la proposta della Commissione di "attivare la clausola di salvaguardia nazionale del patto di stabilità e crescita per le spese legate alla difesa".

Tuttavia, proprio per evitare di ridurre spese per voci importanti del bilancio pubblico, il nostro Paese ha elaborato una proposta presentata nell'ultima riunione del Consiglio Ecofin "con l'obiettivo di colmare il divario di investimenti dell’Europa nel settore della difesa e della sicurezza, e migliorare significativamente le sinergie tra risorse nazionali ed europee ma cercando per quanto possibile di minimizzare l'impatto sul debito pubblico", aggiunge Giorgetti. La proposta si basa sul rafforzamento di InvestEu per la difesa, per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati e quindi l'appetito per il rischio. In sintesi, si tratta di un "fondo di garanzia di più tranche che ottimizza l'utilizzo delle risorse nazionali ed europee con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati". Secondo l'esponente del governo Meloni l'iniziativa punta in modo mirato "al sostegno della base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie, della protezione delle filiere critiche di protezione dei dati e delle infrastrutture essenziali".

Per questo motivo è auspicabile "un ruolo maggiore per il bilancio dell'Unione europea e una cooperazione con la banca europea per gli investimenti preservando al contempo le operazioni e le capacità finanziarie del gruppo della Bei", ha concluso Giorgetti.

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