!["Ricordare è un dovere di verità". Meloni si commuove per la storia della bimba esule](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/02/10/1707586094-ay2td8dhloeqydmlwdx-filippo-attili-palazzo-chigi.jpeg?_=1707586094)
Oggi, lunedì 10 febbraio, si celebra il Giorno del ricordo. La ricorrenza si pone l’obiettivo, spesso tralasciato, di tenere viva sia la memoria delle vittime delle foibe nel secondo dopoguerra sul confine orientale sia l’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre in seguito all'avanzata dell'esercito di Tito. L’intero arco parlamentare italiano, a partire dal presidente del Consiglio, prova a lasciare da parte le divergenze per ricordare le terribili nefandezze compiute dall’esercito guidato da Tito. Questa mattina, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, sarà la cerimonia solenne al Quirinale a rappresentare il momento più importante del Giorno del ricordo.
Il messaggio del premier
Le prime parole arrivano direttamente dal primo ministro italiano. Giorgia Meloni affida ai social un commento tanto netto quanto sentito. “Nel Giorno del Ricordo rendiamo omaggio alle vittime delle foibe e a tutti coloro che subirono la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata”, esordisce Meloni. Poi, a stretto giro, rammenta l’importanza di non voltarsi dall’altra parte: “Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica”, conclude. Durante la cerimonia al Qurinale in diversi, tra cui la premier e Tajani, si sono commossi ascoltando la storia di Egea Haffner, la "bambina con la valigia" diventata il simbolo dell'esodo giuliano-dalmata. Nella primavera del 1945, i titini jugoslavi le portarono via il papà per qualche domanda in caserma e da quel giorno non ne ha più avuto notizia. Un fotografo la ritrasse con una piccola valigia in mano. Sulla borsa, la scritta: "Esule Guliana n°30001".
Il monito di Mattarella
Attento e sentito anche il ricordo di Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica, ha reso omaggio alle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. "Nelle zone del confine orientale, dopo l'oppressione fascista, responsabile di una politica duramente segregazionista nei confronti delle popolazioni slave, e la barbara occupazione nazista, si instaurò la dittatura comunista di Tito, inaugurando una spietata stagione di violenza contro gli italiani residenti in quelle zone", ha ricordato Mattarella parlando al Quirinale alla celebrazione del "Giorno del Ricordo". La prima carica dello Stato ha poi rifletutto sull'importanza di tenere viva la memoria. "Ogni perdita, ogni sacrificio, ogni ingiustizia devono essere ricordati. Troppo a lungo 'foibà e 'infoibarè furono sinonimi di occultamento della storia. La memoria delle vittime deve essere preservata e onorata. Naturalmente -dopo tanti decenni e in condizioni storiche e politiche profondamente mutate- perderebbe il suo valore autentico se fosse asservita alla ripresa di divisioni o di rancori". "Abbiamo appena ascoltato alcuni testimoni diretti di quella tragedia: Egea Haffner e Giulio Marongiu. Dobbiamo loro affetto e riconoscenza. Nelle esemplari parole che ci hanno offerto, si coglie -ha sottolineato il capo dello Stato- un forte ammonimento per la pacificazione e la riconciliazione". Che poi ha concluso: "Ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi, fatti dagli storici dell'una e dell'altra parte, per avvicinarsi a una memoria condivisa".
La Russa: "Vittime cancellate per troppo tempo"
Un monito lanciato anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Dal 2004, con l'istituzione del Giorno del Ricordo, questa pagina di storia ha finalmente riacquistato dignità. Grazie all'iniziativa di Roberto Menia e con una legge che ebbi l'onore di firmare anche io, la memoria di quelle sofferenze è tornata a far parte della coscienza nazionale. Oggi, ricordare le vittime non è solo un dovere". Senza dimenticarsi di una certa sinistra che, negli anni, ha deciso di non ricordare le vittime. L'eccidio delle Foibe e l'esodo di migliaia di italiani dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, scrive La Russa, "sono stati negati, ignorati dai libri di scuola, cancellati dalla memoria nazionale per troppo tempo. Una tragedia che ha visto innocenti brutalmente assassinati dai comunisti di Tito e intere comunità costrette a lasciare la propria terra, trovando poi al loro ritorno in Italia un'accoglienza spesso ingiusta e ostile".
Fontana: "Memoria dovere collettivo"
Dello stesso tenore sono le dichiarazioni del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. “Ricordare le vittime delle foibe e l'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati significa rendere omaggio ai nostri connazionali e a chi ha subito ingiustizie e sofferenze indicibili sotto il peso della dittatura comunista e della ferocia titina”, spiega Fontana sottolineando la matrice ideologica che ha portato all’ondata di violenza e alle esecuzioni sommarie. “La memoria di questi tragici eventi – continua Fontana - rappresenta un dovere collettivo per il presente e il futuro. Esprimiamo profonda gratitudine a chi, con costanza, impegno e determinazione, ha difeso e custodito il ricordo negli anni, mantenendolo vivo per le nuove generazioni. Con sentimenti di vicinanza, ci stringiamo alle famiglie delle vittime e degli esuli, perché la loro storia non venga mai dimenticata e sia monito per il futuro".
Il ricordo di Piantedosi
Una memoria collettiva da mantenere e tutelare sulla quale anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, decide di riflettere. "E' un dovere istituzionale e morale commemorare chi ha sofferto e ha pagato con la vita o con l'esilio il prezzo dell'odio e dell'intolleranza. Questa giornata non è solo un momento di memoria, ma un impegno a preservare la verità storica e a trasmetterla alle future generazioni. Il dramma delle foibe e le sofferenze di chi fu costretto a lasciare la propria terra sono ferite che appartengono all'intera Nazione e che non possono essere dimenticate", si legge in una nota firmata Matteo Piantedosi. "Oggi celebriamo anche la resilienza e il coraggio degli esuli - conclude il titolare del Viminale - che hanno saputo ricostruire le loro vite senza mai rinunciare alla propria identità. Hanno trasformato il dolore in una testimonianza di speranza e di forza, contribuendo con la loro cultura e il loro lavoro alla crescita del nostro Paese”.
Salvini: "Sinistra ha negato per anni"
Sullo stesso livello anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. "In migliaia trucidati nelle foibe, centinaia di migliaia costretti all’esodo, colpevoli solo di essere italiani. Per anni, una certa sinistra ha negato, minimizzato, giustificato”, affida il commento al suo profilo social ufficiale. Poi aggiunge: “Ancora oggi, qualcuno tenta di riscrivere la storia, tra vergognosi oltraggi e atti di vandalismo, ma la memoria di quegli innocenti non può essere cancellata". Il riferimento è alle scritte offensive in vernice rossa comparse nei pressi della foiba di Basovizza, luogo simbolo della memoria storica italiana.
"Il ricordo è un dovere, la verità è un diritto. Onoriamo oggi e sempre i nostri connazionali vittime di una delle più grandi tragedie del ‘900, perché senza memoria non c’è giustizia", conclude il ministro dei Trasporti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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