Rimborsi chilometrici, un salasso da 1,3 milioni l'anno

Come fare 7 km per andare a lavorare e ricevere un rimborso di 17.453,33 euro. Miracoli del­la politica "pulita" della Regione Emi­lia-Romagna

Rimborsi chilometrici, un salasso da 1,3 milioni l'anno

Come fare 7 km per andare a «lavorare» e ricevere un rimborso chilometrico forfetta­rio semestrale di 17.453,33 euro. Miracoli del­la politica «pulita», quella della Regione Emi­lia- Romagna, notoriamente immune dalle tentazioni delle ruberie e delle malversazio­ni. E quello,meglio ancora,dell’antipolitica, la stessa di cui sono fatti vessilliferi i grillini, duri e puri della pulizia e dell’onestà al pote­re, come ancora un po’ ingenuamente sogna­no molti italiani.

L’esempio che prendiamo in prestito (quindi niente di personale) perché illumi­nante è quello di Giovanni Favia consigliere regionale che, per partecipare ai lavori del­l’assemblea regionale ha regolarmente per­corso i sette chilometri che separano la casa dove abita dalla sede lavorativa. Ha segnato quindi sulla sua nota spese altrettanto rego­larmente sette chilometri, li ha altrettanto re­golarmente moltiplicati per il rimborso chi­lometrico, stabilito dalla Regione Emilia in base all’articolo 6 della Legge regionale del 10 maggio 2010, per un totale quindi di 4 euro e 27 centesimi. Per il perverso meccanismo che anche l’integerrima Emilia-Romagna ha adottato e adottava senza troppi scrupoli, quella modestissima, insignificante cifra si è trasformata nella stessa percepita, per intan­gibile diritto di casta, da tutti, quale che fosse il chilometraggio. Risultato? Un esborso tota­le «forfettario» da parte della Regione di 1.343.913,27 euro (di cui 854.242,97 euro moltiplicando il rimborso di 17.433,53 per ognuno dei 49 consiglie­ri) per una vera e pro­pria stortura del siste­ma. Una deviazione del­la logica che dato che «accudiva» e foraggiava in parti uguali tutti i con­siglieri regionali e che, come tale, non poteva non essere conosciuta non solo dai grillini ma anche da Bersani e dai suoi fedelissimi, sem­pre i­n prima fila a riven­dicare la correttezza e la trasparenza di una re­gione, che a volte, ma solo a volte per carità, diventa ancora più rossa per la vergogna.

Non solo, ma anche per questo motivo ver­rà affidata la prossima settimana la delega della Procura di Bologna al pool di investiga­tori della Guardia di Finanza che si occupe­ranno, insieme con i pm Morena Plazzi e An­tonella Scandellari, dell’inchiesta conosciti­va sull’uso dei fondi pubblici in dotazione ai gruppi in Regione Emilia-Romagna. Al mo­mento l’accertamento è senza titolo di reato ma è certo che l’inchiesta si occuperà anche dei rimborsi chilometrici, considerato che c’è già un consigliere regionale imputato:Al­berto Vecchi (Pdl), accusato di truffa aggra­vata ai danni della Regione per 85mila euro di rimborsi ottenuti, stando all’accusa, di­chiarando una falsa residenza. Il processo è già arrivato davanti al gup Bruno Perla per l’udienza preliminare,ma c’è stato un primo rinvio e a ottobre dovrebbe proseguire.

L’anomalia nell’anomalia sta nel fatto che proprio i due consiglieri regionali del Movi­mento 5 stelle Giovanni Favia e Andrea De Franceschi, in una loro «risoluzione» del 23 marzo 2011 avevano de­nunciato che «il nuovo sistema dei rimborsi chilometrici non ci fa ri­sparmiare praticamen­te nulla, è un vero e pro­prio trucco da bisca di cui a farne le spese sono i cittadini. Con una deli­bera del 1­marzo ci han­no aumentato il rimbor­so al chilometro da 0,61 euro fino a 0,81: cioè, per le tabelle Aci, abbia­mo tutti una fuoriserie. Certo, abbiamo ridotto il massimo delle pre­senze: sono scese da 16 a 12, ma almeno sono certificate con timbratura. Quindi stiamo premiando i consiglieri che vengono meno: con 12 presenze incamerano lo stesso che prima prendevano venendo 16 volte. Inoltre il sistema contempla solo i viaggi in auto. Quindi chi viene in treno riceve parecchi eu­ro in più ad ogni viaggio: un consigliere di Pia­cenza, ad esempio. La nostra proposta è quel­la di vincolare il rimborso all’automobile re­almente posseduta ed eliminare i rimborsi forfettari, che chiunque di noi riceve a pre­scindere dall’attività politica svolta.

Noi chie­diamo che siano rimborsate solo le spese re­almente sostenute e documentate per l’atti­vità consiliare. È un principio di giustizia ba­silare ». Insomma, tutti - compreso il Pd- sa­pevano che l’Emilia spendeva troppi soldi per i rimborsi. Se ne fossero accorti prima...

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