Salò ci riprova: via la cittadinanza a Mussolini

Il sindaco di Salò, Francesco Cagnini, ha deciso di portare al prossimo consiglio comunale la mozione per togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, datata 1924

Salò ci riprova: via la cittadinanza a Mussolini
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Non c’è due senza tre. Dopo aver fallito le prime due volte ora Salò ci riprova. Quella che fu la sede di ministeri durante la Repubblica sociale italiana, nota anche come Repubblica di Salò, ha un obiettivo tanto chiaro quanto decisivo: togliere la cittadinanza a Benito Mussolini cercando così di separare l’immagine del Duce da quella della città. Il sindaco di Salò Francesco Cagnini ha deciso di portare al prossimo consiglio comunale in programma il 26 febbraio la mozione firmata lunedì sera dalla maggioranza per togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, datata 1924.

Si tratta del terzo tentativo. I due casi precedenti sono stati fallimentari ma adesso, dopo la rivoluzione politica della giunta, forse Salò riuscirà nell’impresa. Il sindaco, eletto la scorsa primavera e subentrato a Giampiero Cipani, non ha intenzione di fare passi indietro. Nella riunione dei capigruppo, la coalizione di centrosinistra ha manifestato l'intenzione - nel prossimo consiglio comunale, mercoledì 26 febbraio - di porre la mozione per annullare il titolo di cittadino onorario al duce. In questo modo l'amministrazione di centrosinistra spera di raggiungere la maggioranza per poter fare i conti una volta per tutte con il regime fascista e distanziarsi dalla figura del Duce. L’eventuale rimozione della cittadinanza potrebbe segnare uno spartiacque storico importante. Il titolo di cittadino onorario al Duce, infatti, resiste da 100 anni: era il 23 maggio 1924 quando gli fu conferito.

L’ultimo tentativo, appoggiato anche dall’Anpi, era stato rispedito al mittente nel gennaio del 2020 con 14 voti contrari e solo 3 favorevoli. “Per rispetto del Consiglio comunale non ho intenzione di entrare adesso nel merito. Se ne discuterà in aula il 26 febbraio. Nel frattempo il nostro lavoro continua con i tanti progetti in corso”, sono state le prime parole del sindaco. Intanto, la reazione di una parte delle minoranze è stata molto dura.

“Ripresentare la stessa mozione, respinta per 2 volte, non chiude con il passato, al contrario, questa terza mozione va a legittimare chi in futuro, si sentirà nel diritto di riproporre Salò capitale dell'ultimo fascismo”, ha rimarcato il consigliere di Città Futura Salò Giovanni Ciato.

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