"Macchinazione per incastrare Salvini". L'esposto della Lega sul caso Metropol

Un'inchiesta giornalistica fornirebbe nuovi elementi per appurare cosa ci sarebbe stato dietro l'inchiesta Metropol, chiusa con l'archiviazione

"Macchinazione per incastrare Salvini". L'esposto della Lega sul caso Metropol
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La Lega ha dato mandato ai propri legali di presentare un esposto in procura e di procedere in tutte le sedi "per ripristinare la verità e tutelare le proprie ragioni, dopo la sconcertante inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro". L'inchiesta sul famigerato hotel Metropol è stata archiviata definitivamente lo scorso aprile e oggi la Lega, in ragione dei nuovi elementi emersi dall'inchiesta giornalistica, ha deciso di andare fino in fondo. "Un faccendiere scriveva, parlava, registrava, cercava in tutti i modi di tirare in ballo la Lega e poi passava tutto all'amico giornalista che confezionava gli articoli per la felicità della sinistra e dei suoi giornali", scrive ancora il Carroccio nella sua nota, sottolineando quanto rilevato dall'inchiesta del quotidiano di Belpietro: "I due (faccendiere e giornalista) si parlavano spesso, si incontravano, addirittura si erano recati a Mosca insieme. Non una inchiesta, quindi, ma una macchinazione per incastrare i rivali politici".

Comprensibile la rabbia della Lega, che parla di "uno scandalo" e di una "macchinazione che ha inquinato la nostra democrazia e il dibattito pubblico". Con i nuovi elementi, il partito "si aspetta interventi chiari dalla politica, dalla magistratura, dall'ordine dei giornalisti e dai commentatori che per anni hanno rovesciato fango". La vicenda dell'hotel Metropol è stata molto dibattuta negli scorsi anni e vedeva al centro tre italiani e tre russi accusati di corruzione internazionale, perché nel 2018 avrebbero trattato un ingente affare petrolifero. Dell'incontro fu reso pubblico anche un audio e venne aperta una inchiesta, che si è poi chiusa il 27 aprile con una archiviazione. A registrare l'appuntamento fu uno dei partecipanti, Gianluca Meranda che diede, secondo La Verità, l'audio al giornalista Giovanni Tizian, allora all'Espresso, che sarebbe suo amico. Sullo stesso volo andarono a Mosca il 17 ottobre 2018, il giorno prima dell'incontro, e diversi sono i faccia a faccia fra i due.

Gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Id, e Marco Campomenosi, capo delegazione Lega, in una nota esprimono tutta la rabbia per quanto accaduto: "Anni di bugie, invenzioni e illazioni, affiancati da un ingente spreco di risorse pubbliche, tempo ed energie per inseguire fantasmi russi e al solo fine di colpire Matteo Salvini e la Lega". L'inchiesta de L'Espresso viene definita "una caccia alle streghe in cui la sinistra ha coinvolto persino le istituzioni Ue, in primis il Parlamento Europeo con la commissione speciale sulle ingerenze, strumentalizzate solo per attaccare la Lega, mentre sotto il loro naso c'era chi nascondeva sacchi di banconote dal Qatar".

Adesso i tempi maturi per chiedere che venga fatta giustizia a ogni livello: "Daremo battaglia per denunciare tutti i responsabili di questo scandalo senza precedenti che ha inquinato la democrazia in Italia ed Europa. Ci aspettiamo una ferma condanna da parte della politica; e chi in questi anni ha prestato il fianco a questa campagna disgustosa chieda scusa".

Alla loro voce si aggiunge quella dei capigruppo della Lega di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari: "Nessuno si illuda di poter insabbiare una vicenda che ha inquinato la nostra democrazia. Dall'Ordine dei giornalisti alle Procure, dal Parlamento fino alle più alte istituzioni europee: faremo di tutto per denunciare quanto accaduto per infangare Salvini alla vigilia del voto".

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