Lo sciopero lasci stare i cittadini incolpevoli

Scioperare è legittimo e sacrosanto, ma dentro le dinamiche impresa-lavoratori

Lo sciopero lasci stare i cittadini incolpevoli
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Gli scioperi nei trasporti di questi giorni sono un danno forte alla principale industria del Paese. Maltrattare i turisti è l’ultima cosa che possiamo permetterci, al punto che sarebbe opportuna un’azione di responsabilità del ministro del Turismo contro il sindacato. Non per vincere, giacché è impossibile che una corte condanni un sindacato, ma per sollevare un dibattito sano di cultura liberale.
Il fondamento sarebbe che il sindacato non ha il diritto di indire uno sciopero nei trasporti. Scioperare è legittimo e sacrosanto, ma dentro le dinamiche impresa-lavoratori. È lo strumento con cui essi fanno corpo e infliggono un danno al datore, noi-non-produciamo-e-tu-non-fatturi, affinché si raggiunga un accordo. Ad esempio, se scioperasse il personale di una sola compagnia aerea, nulla quaestio: il business perso dalla compagnia verrebbe dirottato sulle altre. Annunciato per tempo, porterebbe qualche disagio ma niente di drammatico.
Invece, quando a incrociare le braccia è un intero settore, che eroga servizi alla cittadinanza e non manufatti per un magazzino, ciò che accade nella realtà va molto oltre la disputa imprese-lavoratori. Lo sciopero punta a colpire proprio i cittadini. Dirige il male non verso il datore ma verso una terza parte, che non ha ruolo nella crisi. Ma proprio la vastità dell’impatto e la terzietà dei danneggiati fa da innesco al vero obiettivo: smuovere il Governo a intervenire. È una vicenda tra parti dove però una di esse, il sindacato, non si ritiene rappresentante dei lavoratori verso i datori, in ambiti privati, bensì soggetto politico. Pretende di politicizzare, ossia far diventare di interesse di tutti, quelle che sono vertenze di alcuni, a dispetto dei tanti lavoratori autonomi che mai potranno tentare un’azione simile. Per tentare un parallelo, in questi giorni un’altra grande agitazione occupa la scena: gli sceneggiatori di Hollywood. Arrivano notizie dai TG, ma nessuna di un coinvolgimento dello Stato della California: se la sbrigheranno da soli, prendendo il tempo che serve. Alla fine qualcuno cederà qualcosa.
Tornando ai nostri, la prova che il bersaglio siano i cittadini viene proprio dalla data. A metà luglio, nel pienone della stagione turistica, quando viaggiare è già difficile per il riempimento dei mezzi e ogni biglietto di emergenza costa una fortuna, quando ogni mezza giornata è sottratta a una settimana di meritate e agognate vacanze, quando ogni camera d’albergo è pagata a peso d’oro e, infine, quando fa un caldo torrido e pure un’ora di attesa infligge una sofferenza fisica.

Possiamo affermare che questi scioperi siano dei veri colpi sotto la cintura, quelli per fare male, per i quali scatterebbe l’espulsione? Dopo aver mostrato le solite scene di sofferenze in stazioni e aeroporti, i TG dovrebbero andare dai capi del sindacato a chiedere conto del male che i cittadini incolpevoli stanno subendo. Ma sarebbe lesa maestà: essi possono tutto perché sono al di sopra di tutti.

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