Se pure le regine dell'eccesso ora si travestono da signora

Fino a ieri esibivano abbigliamento provocatorio e abitudini trasgressive. Oggi esaltano matrimonio, maternità e buon gusto (rimanendo kitsch...)

Belen Redriguez in dolce attesa
Belen Redriguez in dolce attesa

Ci son voluti trent'anni per far cadere in prescrizione l'autodenuncia di Loredana Bertè: «Non sono una signora». Adesso anche quelle per cui la guerra non è mai finita e che certo non hanno tutte stelle nella vita si atteggiano a signore recuperando almeno a parole comportamenti e modalità d'epoca pre femminista. Fin qui niente di male: il recupero di grandi valori come matrimonio, maternità, buon gusto e decoro è più che auspicabile in un mondo che ultimamente sembrava dominato da ragazzacce e tigri del materasso. Purtroppo però molto spesso si tratta di atteggiamenti superficiali cui non corrisponde la realtà pratica operativa dell'esistenza.
Esemplare in questo senso la triste storia di Nina Moric che saggiamente si presenta in tribunale per evitare che l'ex marito, Fabrizio Corona, finisca in carcere, ma il giorno dopo viene ricoverata d'urgenza all'ospedale di Niguarda per coma etilico e abuso di farmaci. Insomma non basta infilarsi un sobrio tailleur pantaloni nero, esibire una borsa Birkin d'ordinanza e dichiarare alla stampa «sono qui per sostenere il padre di mio figlio» perché sia veramente credibile la metamorfosi di una falena nella tranquilla farfallina del giardino di famiglia. A proposito di ex del bel Corona c'è poi il caso di Belen Rodriguez che dopo aver soffiato il fidanzato a Emma Marrone adesso annuncia ai quattro venti un'imminente maternità che a molti sembra pianificata come una campagna stampa. Inevitabile a questo punto menzionare anche Penelope Cruz che dopo aver determinato la rottura tra Nicole Kidman e Tom Cruise ha conosciuto e impalmato un sex symbol da rivoluzione ormonale come Xavier Bardem. L'attrice, madre tra l'altro di un bellissimo bambino chiamato Leonardo, dopo aver letto la frase «per noi i figli sono lucchetti di carne» nel libro Venuta da lontano di Margaret Mazzantini ha fatto il diavolo a quattro per interpretare la parte della protagonista, Gemma, nel film tratto dal romanzo. Se a questo si aggiunge che dietro alla macchina da presa c'era Sergio Castellito, marito della Mazzantini e che il ruolo del figlio di Gemma-Penelope è stato affidato al loro primogenito, Pietro, il quadretto è completo: una collettiva conversione sulla via di Damasco dei buoni sentimenti familiari.
Del resto il matrimonio non è mai stato tanto di moda nel mondo dello spettacolo pur essendo una sacrosanta istituzione che nei fatti sta purtroppo perdendo smalto. Così a fronte di un sempre maggior numero di divorzi e separazioni, non si contano le trasmissioni sul giorno più bello: da «Il mio grosso grasso matrimonio gipsy US» (ogni sabato alle 23.05 su Real Time) a «Non ditelo alla Sposa» (in onda su Lei, canale 127 di Sky il martedì alle 22) passando per «Cambio vita mi sposo» su Cielo con Natasha Stefanenko e «Wedding Planners» (venerdì alle 21 su Real Time). Come se questo non bastasse proliferano libri e trasmissioni televisive di cucina, mentre l'inossidabile Claudia Gerini, consegnata al mito delle cattive ragazze per aver detto «famolo strano» nel film Viaggi di nozze di Verdone, pronuncia frasi della serie: «Non ho mai avuto paura di esser tradita: il segreto è tenerli ben nutriti e non fargli venire il languorino». Insomma c'è un clima degno degli anni 50, quando le donne usavano come Bibbia e Notes del quotidiano un libro di galateo intitolato Belle allo specchio e brave in cucina. Così per calarsi nei panni estetici della vera signora le nostre eroine non badano a spese dal chirurgo estetico dove stavolta tolgono protesi o tentano di farsi sgonfiare i canotti labiali e nei negozi di moda che vendono a carissimo prezzo gli oggetti tipici dello stile Ladylike.
Ecco quindi Melissa Satta paparazzata con una lussuosa borsa Celine mentre ritira in gioielleria l'anello di fidanzamento regalatole da Kevin Prince Boateng. Invece Nicole Minetti e tutte le ragazze chiamate alla sbarra per il cosiddetto processo Ruby sfoggiano borsette a mano di Prada e gli inarrivabili modelli Birkin o Kelly di Hermès. Anche i tubini vanno alla grande, pur non avendo molto a che spartire con la rarefatta eleganza di quello nero firmato Givenchy sfoggiato a suo tempo da Audrey Hepburn. Unghie e capelli sembrano poi tornate una magnifica ossessione collettiva come nel fantastico film «The Help» che per altro tratta di un gravissimo problema come il razzismo. D'altro canto in cima alla lista dei best seller da mesi c'è la trilogia di E.L. James 50 sfumature di... che nasconde la stessa struttura narrativa dei romanzi rosa di Delly sotto a robuste dosi di sesso estremo. Logico quindi chiedersi dove diavolo andremo a finire con questo strano giochetto del back/forward tra presente e passato.

Perché dall'epoca in cui essere una vera signora era il minimo sindacale per avere un ruolo nella società, il mondo ha fatto passi da giganti nel bene come nel male. Perciò tutte queste signore dell'ultima ora ogni tanto fanno pensare alla velenosa definizione di Gunter Gras: «Gente che ricama a punto croce dei quadri di Picasso».


di Daniela Fedi

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