"Segnale eloquente sul consenso nel paese un voto frutto del lavoro che soddisfa l'allenaza"

L'intervista al presidente confermato per distacco. Massimo Frediga: "Orgogliosi e spronati a lavorare ancora"

"Segnale eloquente sul consenso nel paese un voto frutto del lavoro che soddisfa l'allenaza"

Avrà solo 48 anni quando terminerà il suo secondo mandato da presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e vuole governare con misure di ampio respiro, «non che guardino al breve consenso». È il primo governatore rieletto in questa terra e ne sente tutto l’orgoglio e tutta la responsabilità.

Presidente Fedriga, lei ha stravinto con oltre il 64 %, più del 17% della sua lista “Fedriga Presidente”e ha anche trainato la Lega che arriva quasi al 19% e supera seppur di poco FdI al 18. Questa conferma quanto fa bene al centrodestra e al Carroccio in particolare?
«Mi auguro che possa aiutare il centrodestra come consapevolezza del consenso che c’è nel Paese, certo qui si tratta del Fvg, ma la Lega ha avuto un risultato oltre ogni aspettativa, sono molto contento ovviamente della mia lista, FdI è cresciuta moltissimo rispetto al 2018 e Fi tiene, quindi possiamo essere tutti soddisfatti».
Da Meloni a Berlusconi ora tutti la indicano come emblema del buongoverno del centrodestra.
«Io li ringrazio, come ringrazio i cittadini che mi hanno votato e spero di essere all’altezza della fiducia dimostratami. Sapere che il lavoro svolto in questi 5 anni, segnati dal Covid e non solo, è apprezzato dalla gente rappresenta un orgoglio e uno sprone per continuare a lavorare per conseguire gli obiettivi del nostro programma».

Per lei è stato anche un voto di fiducia nel governo, come molti dicono a Roma?
«Sono elezioni regionali e bisogna avere rispetto per il voto dei cittadini legato al territorio, ma credo si possa dire che il centrodestra si conferma in assoluta buona salute».

La vittoria l’ha dedicata a sua moglie e a suo padre, scomparso nel 2021, ma se dovesse scegliere un politico?
«Preferisco farlo tra gli affetti, che mi hanno sempre supportato in modo disinteressato e lontano dai riflettori».

Il candidato di sinistra Moretuzzo l’ha ampiamente doppiato, malgrado l’alleanza Pd-M5S. È anche un segnale a livello nazionale?
«Mi auguro che più di un segnale contro lo sia a favore della nostra coalizione, che negli ultimi 5 anni in Fvg ha ben governato. Devo dire che la campagna elettorale è stata corretta da parte di tutti i candidati e non si sono mai alzati i toni. Penso che far vedere una serietà da parte della politica e degli avversari, nel lungo periodo senz’altro aiuterà».

Negli anni di punta della pandemia lei è stato nettamente a favore dei vaccini, malgrado i dubbi nel suo partito: ora potrebbe ritrovarsi in consiglio regionale una forza che ha raccolto anche voti no-vax e ha superato i 5S. Imbarazzante?
«Se una parte dei cittadini, anche se minoritaria, ha espresso così il suo voto io la rispetto ed è giusto che sia rappresentata, se ha voti sufficienti per entrare in Consiglio. Questa si chiama democrazia e sono contento che venga rispettata nel migliore dei modi possibili».

Da 2 anni lei è anche presidente della Conferenza della Regioni, continuerà fino alla fine del mandato?
«Sì, per un anno ancora: è importante la continuità, proprio per questo la durata della carica è stata allungata a 3 anni mentre prima era di 6 mesi e c’era un continuo avvicendarsi».

Continuità è la parola d’ordine anche per il bis da governatore?
«Vorrei che questo secondo mandato si caratterizzasse per un lavoro fatto sulla traccia del primo, lavorando per i cittadini senza inseguire consensi effimeri con facili promesse. Un’azione di governo che abbia la capacità di programmare il futuro del Fvg in una prospettiva che guardi non alle prossime elezioni ma al prossimo decennio. Continuerò il lavoro fatto fino ora, con serietà e senza fuochi d’artificio.

Come ho detto in campagna elettorale, non prometto cose mirabolanti ma l’impegno quotidiano per affrontare i problemi e dare una prospettiva a questa Regione.
Al mio successore vorrei lasciare una strada segnata, da proseguire».

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