Le sfilate di New York

New YorkÈ il giorno tricolore della Grande Mela. E tra i protagonisti made in Italy in passerella non poteva mancare Diesel Black Gold, che ha messo in scena una poetica sfilata disegnata dalla designer greca Sophia Kokosalaki insieme con il leggendario ufficio stile del marchio che ha cambiato i connotati al jeans.
«Ci siamo ispirati per le forme alle divise militari del 18simo e 19simo secolo conservate nel Victoria & Albert Museum di Londra» racconta la stilista, mentre Renzo Rosso, ormai patron di un gruppo dall'astronomico fatturato di 1.3 miliardi di Euro spiega gli straordinari trattamenti sui materiali che hanno permesso di costruire una fantastica collezione per il prossimo autunno inverno con tante marsine ottocentesche modernamente indossate sui pantaloni più sexy e aderenti che si possano immaginare. «Abbiamo perfino ricostruito le squame del pitone sulla pelle lucidata a mano - dice - mentre cuoio, crosta e vacchetta sono stati prima spazzolati, poi smerigliati fino a diventare morbidi come seta. Invece il denim non è più blu ma tinto con polveri in verde, grigio, bordeaux, cipria o navy militari».
Ad animare la sfilata anche un intermezzo polemico, nato quando Renzo Rosso, con pacatezza, ha risposto a una provocazione inevitabile visto che all'uscita della nuova campagna pubblicitaria della Diesel nel Triveneto sono comparse scritte tipo «Renzo for president»: «Entrare in politica? Non ci penso proprio. Prima di tutto so fare bene il mio mestiere, poi i politici non sono liberi di decidere quello che vogliono e infine questo è un momento così triste che per la prima volta mi vergogno di essere italiano».
Del tutto diversa ma ugualmente perfetta nel suo genere, la collezione con cui Michael Kors festeggia 30 anni di carriera è interamente prodotta in Italia. «Solo voi avete la cultura manifatturiera del bello» dice lo stilista americano poco prima di far sfilare un intelligente amarcord delle tre decadi che hanno cambiato tutto nel mondo della moda tranne la sua idea di un’eleganza «sexy, sporty, luxury». Per cui dagli anni Settanta prende lo spirito libero e un po’ decadente, dagli anni Ottanta il glamour atletico, dagli anni Novanta quella semplicità che ha bisogno dell’arte sartoriale per raggiungere la perfezione. Insomma c’erano stupendi cappotti in cashmere doppiato così ben tagliati da far sembrare chiunque più alta e più magra, un'indimenticabile pelliccia di volpe double face color carne, l'abito da sera rosso appeso a un collare d'argento e con una profonda scollatura sulla schiena, le polsiere in coccodrillo nappato e l'effetto astrakan ottenuto nello jacquard di lana e seta che sembra pelliccia stampata. «Mi sembra un sogno» conclude Kors che verrà festeggiato con una cena di gala all’ambasciata americana di Parigi durante le sfilate francesi. Anche le sorelle Laura e Kate Mulleavy sono riuscite a realizzare i loro sogni diventando prima stiliste per la linea Rodarte e poi realizzando otto fantastici costumi per Natalie Portman nel film Il cigno nero che esce domani nelle sale italiane. La collezione Rodarte ispirata dal film I giorni del cielo girato da Terence Malick nel 1978 era deliziosa, ma le sorelle sono inconsolabili perché sognavano la candidatura all'Oscar come costumiste ma non c'è stato verso di iscriverle visto che non fanno parte della Costume Designer Guild. Peccato per loro come per Narciso Rodriguez che non ha ancora capito che il minimalismo è noioso da morire. Carina e portabile, invece, la collezione Tibi disegnata da Amy Smilovich.
L'idea non è nuova ma è fatta molto bene: lo stile da vera signora (qui lo chiamano «ladylike») incrociato con il gusto tipico delle newyorkesi per i mercatini delle pulci.

Per cui la pelliccia in orsetto ha un'aria vintage come del resto le gonne pantaloni e l'ensemble calzino corto con polacchine anni quaranta, però i colori e le proporzioni hanno un certo non so che di fresco e pulito. Da qui a parlare di moda intesa come innovazione e tradizione ce ne corre.

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