Si dimezza il Pil tedesco: la Merkel scopre la crisi

Si dimezza il Pil tedesco: la Merkel scopre la crisi

RomaLa recessione europea contagia anche la Germania. Il Fondo monetario internazionale corregge le proprie previsioni e dimezza le stime di crescita di quest'anno per Berlino. Da un incremento del Pil dello 0,6%, l'Fmi passa ad uno dello 0,3%.
Alla base della correzione, «l'incertezza e la perdurante recessione che colpisce ancora l'Eurozona». Circostanza - sottolineano gli economisti del Fondo - che «rallenta le esportazioni tedesche verso l'area europea». A Washington, comunque, sembrano fiduciosi che un «graduale recupero dell'attività possa manifestarsi alla fine dell'anno. A condizione - spiegano - che ci siano tangibili segnali di una fine dell'incertezza economica (europea) ed una graduale ripresa nel resto dell'eurozona».
E per far capire che la responsabilità del dimezzamento della crescita della Germania non è colpa di Berlino, l'Fmi sottolinea come «le potenzialità della crescita interna tedesca sia ampiamente sotto le proprie capacità». E che se l'Europa non esce dalla recessione, l'economia tedesca rischia ulteriori contraccolpi.
Mario Draghi, presidente della Bce, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno, rispetto al mezzo vuoto che disegna il Fondo. La Bce - dice - si aspetta una ripresa «molto graduale» per la fine dell'anno. «La situazione dell'area euro resta difficile, ma c'è qualche segnale di una possibile stabilizzazione».
Stabilizzazione sulla quale l'Fmi si mostra scettico, se non addirittura pessimista. Anche se riconosce alla Germania un ruolo centrale per lo sviluppo di politiche in grado di far evolvere l'architettura della Moneta unica. Ruolo chiave che può essere rappresentato dalla condivisione di obbiettivi di medio-lungo periodo per l'integrazione economica dell'eurozona. «La Germania è un'ancora della stabilità in Europa», scrivono gli economisti di Washington nel loro rapporto.
Anche Berlino, però, ha - secondo il Fondo monetario - un «tallone d'Achille», o presunto tale. Ed è il sistema bancario. Per l'Fmi, «la solidità del sistema bancario tedesco è migliorata, ma restano debolezze». Anche se lo stesso rapporto ricorda come le banche tedesche possono acquisire risorse a basso prezzo. E le uniche incertezze sono legate agli investimenti creditizi esteri, al trasporto marittimo ed al settore delle costruzioni: a parte l'ultimo, tutti fenomeni esterni all'economia tedesca. La situazione, però, è migliorata rispetto all'ultimo rapporto. Al punto - ricordano gli esperti del Fondo - che gli «stress test» applicati alle banche tedesche hanno anticipato i risultati a livello europeo.
Vale la pena di ricordare le parole del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

Nelle sue «Considerazioni finali» lette all'assemblea del 31 maggio scorso, il numero uno di Via Nazionale sottolinea come «allo scorso dicembre il sostegno dello Stato alle banche ammontava all'1,8% del Pil in Germania, al 5,5% in Spagna. In Italia, la quota è pari allo 0,3% includendo gli interventi per il Monte dei Paschi di Siena».

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