Si indaga per capire se i buoni siano autentici

Si indaga per capire se i buoni siano autentici

RomaPrestava titoli di stato americani e certificati di deposito per poi chiedere il pizzo. E che fossero veri o meno, a questo punto poco importa. Le Fiamme gialle ieri hanno scritto la parola «fine» sull’attività di un pregiudicato settantenne, con precedenti per rapina, estorsione, reati contro il patrimonio, traffico di stupefacenti e riciclaggio.
Dietro l’operazione battezzata «Million Dollar», in realtà si cela una vera e propria «Totòtruffa» all’italiana. Ma al posto del benevolo commissario Malvasia il settantenne di Viterbo si è trovato davanti i militari del I gruppo della Guardia di finanza di Roma e i colleghi della Tuscia, che lo hanno fermato e poi denunciato per introduzione nel territorio dello Stato di monete e titoli presumibilmente falsi.
La Gdf è arrivata a lui dopo un intenso lavoro di intelligence durato diversi mesi mirato a far luce su un giro di titoli di debito pubblico Usa emessi «al portatore». In una valigetta, trovata all’interno della sua auto, il settantenne nascondeva titoli di credito di Stato americani per un valore nominale di circa 1,5 miliardi di dollari e certificati di deposito per mille tonnellate d’oro per un controvalore di oltre 3 miliardi di euro. Da una prima indagine sembrerebbe che i titoli siano stati emessi dalla Federal Reserve negli anni Trenta e sarebbero tuttora in circolazione. Ma bisognerà attendere i risultati della perizia condotta con la collaborazione di esperti della Banca Centrale Americana e dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, per stabilire se siano veri o falsi e verificarne natura e provenienza.
L’unica certezza, per ora, riguarda l’utilizzo: il pregiudicato, infatti, li prestava a soggetti interessati a ottenere prestiti che, a loro volta, mostravano i titoli e i certificati ai funzionari di banca come garanzia per quanto richiesto.

Una volta ottenuto il denaro, però, i titoli tornavano nelle mani del settantenne, che riceveva una percentuale sul prestito concesso. L’operazione potrebbe avere ulteriori sviluppi perché i finanzieri stanno valutando anche eventuali collegamenti dell’uomo con organizzazioni criminali.

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