"Sinistra opportunista sulla vicenda Bari. La lotta alla mafia non ha colore politico"

L’intervista a Nicola Molteni, il sottosegretario all’Interno respinge le critiche «L’obiettivo è solo quello di tutelare i cittadini»

"Sinistra opportunista sulla vicenda Bari. La lotta alla mafia non ha colore politico"
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Sottosegretario Nicola Molteni, su Bari il Viminale parla di atto dovuto. Ma il caso politico è esploso. Come risponde al sospetto di un’iniziativa di parte?
«Lo trovo semplicemente ridicolo, se non fosse che questa valutazione sembra avere stampato addosso il vecchio marchio di fabbrica della sinistra, col suo inconfondibile doppiopesismo. In questi giorni ho letto giudizi inaccettabili per chi ricopre incarichi di responsabilità. Il ministro Piantedosi è stato chiarissimo: i clan ed il malaffare sono gli obiettivi del Governo e del Viminale, non di certo gli amministratori locali. Lasciamo lavorare la commissione, la campagna elettorale resti fuori».

L’amministrazione De Caro, secondo il pm titolare dell’inchiesta giudiziaria, «ha saputo rispondere alla criminalità organizzata». Il sindaco denuncia un’azione governativa «a orologeria».
«Io ribadisco quello che è stato detto in questi giorni: gli accertamenti che la commissione d’accesso è chiamata a produrre sono a tutela dei cittadini di Bari. Non si tratta di uno scioglimento del Comune, come è accaduto per i 15 comuni che il governo ha sciolto da inizio mandato, e che erano 4 di centrodestra, 3 di centrosinistra e 8 guidati da liste civiche. Dati che dimostrano come le attività del Viminale siano ispirate sempre e solo da criteri oggettivi all’insegna della neutralità. L’antimafia non è solo di sinistra, è un patrimonio nazionale. Questa presunta superiorità culturale della sinistra sul contrasto alle mafie è inaccettabile. Se si scioglie Foggia a guida centrodestra, va bene; se si nomina una commissione di accesso è uno scandalo politico. Il contrasto alla criminalità non ha colore, e il Viminale è garante da sempre di una lotta senza se e senza ma».

Una domanda al politico Molteni: non è curioso che mentre tutto il centrosinistra fa scudo a De Caro, i 5s tacciano o addirittura scarichino il Pd?
«Francamente, non è mia abitudine commentare quello che accade in casa altrui. Che il campo a noi avverso abbia problemi di tenuta, prospettiva e visione non lo dice Molteni, ma lo confermano gli elettori quando interpellati, come in Abruzzo. Quel che vuole o non vuole fare il centrosinistra non è nelle mie primarie preoccupazioni. Nel centrodestra invece la compattezza si vede, ed è frutto di lavoro sui territori e esperienza comune nelle amministrazioni e nel governo, con la Lega in un ruolo determinante».

Nessun rischio per l’organizzazione del G7a Bari?
«L’Italia può dare lezioni a chiunque sulla preparazione e gestione di grandi appuntamenti internazionali. Il coordinamento tra le istituzioni nazionali e locali sul G7 sarà di ampio spettro, e la sua riuscita riaffermerà la centralità politica del nostro Paese. So fin d’ora che lo sforzo del ministro Piantedosi, dell’intero Viminale, delle donne e degli uomini in divisa che saranno in campo sarà altissimo».

Il governatore Emiliano accusa il Viminale «esporre al rischio» De Caro, che vive sotto scorta da anni.
«Accuse da rimandare al mittente con grande fermezza. Serve responsabilità, equilibrio e rispetto: il ministro è un servitore dello Stato che sta svolgendo un lavoro fondamentale, e non può essere additato come il capo della Spectre. La sinistra ha radicato in sé un profondo rancore verso quegli uomini delle istituzioni che, con misura ed equidistanza, cercano di assolvere il proprio compito. Stesso trattamento quando si assegna un porto sicuro, e lo si fa sulla base di valutazioni tecniche assai delicate: ecco che sul Viminale vengono riversate accuse senza capo né coda, che tradiscono solo pregiudizio.

È inconcepibile il solo pensare che ci sia l’intenzione di abbandonare qualcuno: il ministero dell’Interno era, è e sempre sarà accanto alle forze di Polizia, alla magistratura, alla società civile e ai sindaci, condividendo con loro l’opera di affermazione dei principi di legalità e partecipazione».

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