Nervi più che tesi dopo il naufragio del Terzo polo: Carlo Calenda, leader di Azione, arriva in studio da Lilli Gruber già piuttosto agitato e basta una frecciata della conduttrice per farlo scattare. A Otto e mezzo, programma in onda su La7, va in scena un acceso duello fra il politico e la giornalista.
"Non ha il dubbio che la colpa sia sua?"
Lilli Gruber, bisogna dirlo, va dritta al punto quando si rivolge al suo ospite. Carlo Calenda partecipa alla trasmissione proprio nel giorno in cui l'ambizioso Terzo polo si è disfatto, generando non poche polemiche e discussioni. "Lei ha detto che il progetto di partito unico, il Terzo polo, è morto definitivamente", attacca la Gruber. "Ci spiega cosa è successo fra lei e Renzi da determinare un divorzio così traumatico? Finito anche con parole grosse".
Calenda precisa di non aver insultato nessuno e addossa le responsabilità a Matteo Renzi, reo di non aver realmente voluto fare il partito unico. La rottura, spiega il leader di Azione, risiede nel fatto che Renzi intendeva preservare Italia Viva in vista di future elezioni, lasciando alla sua creatura tutte le risorse e i fondi. Imperdonabile, secondo Calenda, il tentativo dell'ex sindaco di Firenze di "buttarla in caciara".
Gruber allora passa a ricordare a Calenda che negli ultimi quattro anni è stato prima candidato col Partito democratico, partito successivamente lasciato per fondare Azione, e poi c'è stato una sorta di accordo con Enrico Letta. "Faccio questo elenco per chiederle: non pensa di essere un po' anche lei il problema?", domanda la giornalista. "Forse è troppo litigioso?".
La reazione di Carlo Calenda non si fa attendere. "Io sono molto diretto. E forse questo è un problema", ribatte. "Però provo a tenere una linea di coerenza. Renzi che dice: 'Il nostro impegno è fare il partito unico', e poi il giorno dopo dice che il partito unico non si fa... che devo fare io?"
"Può scegliere meglio gli alleati", controbatte la Gruber. "Renzi sapeva com'era, no?"
A questo punto interviene anche il giornalista Beppe Severgnini, in collegamento: "Mi creda, io non ho capito nulla. State facendo una figura grottesca. E nemmeno gli italiani e gli elettori hanno capito nulla di questa lite nel Terzo Polo", commenta, rivolgendosi a Calenda.
Lo scontro
L'intervista va avanti, con Lilli Gruber che tenta in ogni modo di ottenere, senza riuscirci, delle risposte chiare da Carlo Calenda.
"Io sono qui perché ho il dovere, - non il piacere, perché non ho alcun piacere a parlare di questo -, di spiegare al mio elettorato la questione", precisa Calenda, incalzato dalle domande di Gruber, Severgnini e De Angelis. "Io sono qui dispiaciuto, non trionfante e contento perché ho rotto con Renzi".
Interrotto nuovamente, il leader di Azione sbotta: "Devo essere in grado di rispondere, perché altrimenti... Ogni volta che provo a parlare mi interrompe! Vi lascio fare i vostri comizi, ma un'intervista presuppone risposte, e io la risposta non riesco a darla da cinque minuti. Io devo poter finire, dottoressa Gruber, sennò posso stare in silenzio e ascoltare le sue di opinioni".
"Sì, ma io non ho capito cosa vuole dire...", ribatte la giornalista.
"Eh, non ci riesco. Come posso fare?", risponde Calenda.
Con la
tensione ormai alle stelle, Lilli Gruber decide di mandare il servizio Paolo Pagliaro, con cui si chiude la puntata di Otto e mezzo."Almeno lui riuscirà a parlare", conclude polemicamente Calenda.
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