Il supermanager tra business, politica e società

Ai vertici della fondazione dal 2019, è al centro della scenza milanese

Il supermanager tra business, politica e società
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Una lunga carriera da business manager, con esperienze nella pubblica amministrazione e nei settori dell'energia e della telecomunicazioni, e con il profilo di grande uomo di relazioni. Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano dal 2019 e al centro di una nuova indagine sui dossieraggi, è uno dei protagonisti della vita politica ed economica della città, tanto che il suo nome è circolato più volte come possibile candidato sindaco del centrodestra. La sua carriera è iniziata negli anni '90 con una serie di incarichi in aziende come Shell e Compaq. Componente di diversi Cda, ha lavorato anche per Omnitel e per Poste italiane. Nel 2007 l'arrivo in Fiera con il ruolo prima di direttore generale e poi di amministratore delegato, fino alla nomina a presidente della Fondazione nel 2019, poi confermata anche nel 2022. Più vicino al centrodestra ma capace di essere apprezzato trasversalmente, Pazzali è molto legato al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ma gode di buoni rapporti anche con il sindaco Giuseppe Sala. Milanese e laureato alla Bocconi, nel 2021 ricevette anche l'Ambrogino d'oro. Negli anni ha dimostrato di saper lavorare con

tutti, non solo con il centrodestra, come quando venne nominato a Roma da una giunta di centrosinistra nel ruolo di amministratore delegato di Eur Spa per risanare i conti della società. Negli ultimi tempi aveva deciso di dedicarsi di più anche al prossimo, mettendo in piedi diverse iniziative benefiche, come il pranzo per 500 fragili organizzato lo scorso Sant'Ambrogio dalla Fondazione Fiera insieme a Progetto Arca. In piena pandemia, nell'ospedale costruito in Fiera in soli dieci giorni furono ospitati oltre 350 pazienti. Sempre tramite la Fondazione, aveva supportato la creazione dei centri vaccinali al Portello e al Palazzo delle Scintille che hanno permesso a 2,5 milioni di persone di vaccinarsi. Durante il suo regno in Fiera, Pazzali ha contribuito a chiudere l'accordo per il centro produttivo della Rai a Milano, con la Fondazione che ha anche messo a disposizione i suoi spazi per le gare di pattinaggio velocità e di hockey femminile delle Olimpiadi invernali del 2026. Operazioni che lo hanno messo al centro della scena cittadina, con ricorrenti voci di candidatura a sindaco mai ufficialmente smentite. Al momento, invece, la reazione della politica dopo l'indagine è piuttosto fredda e prudente. Il sottosegretario leghista

Alessandro Morelli, per esempio, non si è sbilanciato davanti alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se Pazzali debba dimettersi dalla Fiera ma si è limitato a dire che «mi sembra abbastanza adulto per fare le proprie valutazioni». Mentre il capogruppo del Pd lombardo Pierfrancesco Majorino ha auspicato che «possa dimostrare tutta la sua estraneità» anche se «inquieta la presenza nell'inchiesta dell'uomo chiave del sistema di potere della destra in Lombardia».

Chi lo difende è la ministra Daniela Santanchè, tra le persone con cui Pazzali, per coltivare i suoi rapporti si sarebbe servito dei dossier: «Lo conosco da tempo e non mi ha mai proposto informazioni riservate - ha detto la ministra -. Non avevo proprio la minima idea che avesse questo tipo di attività. Con me è sempre stato super corretto».

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