Terremoto in Lunigiana trema il centro-nord. L'incubo degli "sciami"

Danni in Toscana e panico da Torino al Veneto. È l'ennesimo sisma "a raffica" che ci tormenta

Terremoto in Lunigiana trema il centro-nord. L'incubo degli "sciami"

Ci risiamo. In Italia la terra torna a tremare. Magnitudo 5.2 con epicentro in Toscana, ma la botta si è sentita anche in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Alto Adige, Friuli e Liguria. Una zona, quella della Lunigiana, oggetto di uno sciame sismico dal 23 gennaio. E gli esperti pronosticano altre scosse per i prossimi mesi. Come se non bastasse, la Sicilia e la zona dell'Etna ultimamente fanno preoccupare.

La cronaca del terremoto, 5 chilometri di profondità, comincia con la prima scossa delle 12.33. L'epicentro è a due chilometri da Fivizzano in provincia di Massa Carrara. I comuni prossimi all'epicentro sono Minucciano, Fosdinovo e Casola Lunigiana. Fra le popolazioni è il panico. A Carrara (domani scuole chiuse) e a Marina la gente abbandona le case e si riversa in strada. Una persona si ferisce a Postella. A Fivizzano e Casole Lunigiana tre abitazioni riportano dei crolli parziali. Una frana isola per sei ore l'abitato di Equi Terme. A Reggio Emilia, il sorpreso ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem è costretta a lasciare un convegno mentre tutti scappano via. Tre le chiese lesionate in Lunigiana, S.Domenico a Modena e quelle di Pievepelago e Sant'Andrea Pelago.

Fortunatamente nessun danno grave. «Non abbiamo notizie di incidenti a persone, ma solo di danni materiali» riferisce Riccardo Ballerini, sindaco di Casola in Lunigiana. Che però avverte: «È da sabato che la terra trema, qui la gente ha paura, non sa più che fare».

Dopo la prima scossa, ne arriveranno altre, in totale una sessantina. La replica più forte alle 14,12 in una zona a Nord-Est dell'epicentro, magnitudo 4. Il sisma è avvertito in tutto il centronord, Roma esclusa. A Pisa evacuato il Consiglio comunale riunito a Palazzo Gambacorti. A Lucca stessa procedura al Palagiustizia che ospita la sede della Procura e del Tribunale. A Milano problemi solo ai piani alti degli edifici, mentre viene interrotta l'udienza al processo Ruby. E poi onda lunga a Torino, Bologna, Firenze, Livorno e Genova. Dove i vigili del fuoco sono stati tempestati di telefonate.

Questa mattina il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli visiterà le zone colpite dal sisma. Assieme alla Turchia, l'Italia è il paese più soggetto a terremoti in Europa. Come giudicare gli sciami che da nord a sud ci investono con regolarità? Risponde Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. «La maggioranza degli sciami simici evolve senza produrre catastrofi, dissipandosi nel tempo; una frazione minore di sciami sismici può evolvere invece verso una scossa importante: quando ciò accade spesso si registra un incremento in frequenza e intensità delle scosse cosiddette premonitrici. Tuttavia, non è ancora possibile una previsione sismica di un terremoto a partire da uno sciame sismico. Ma posso dire con quasi certezza che le scosse continueranno nelle prossime settimane». Le zone della Garfagnana e della Lunigiana sono aree soggette a terremoti anche forti. «La storia sismica di questi posti ci dice che la scossa di oggi è poca cosa - aggiunge Graziano-. Ma mi piace sottolineare che, aldilà delle leggi e delle norme tecniche, i pochi danni registrati potrebbero essere dovuti a una popolazione sentinella di se stessa che abita in costruzioni antisismiche. La gente sapeva, del resto è da gennaio che insiste lo sciame. Dobbiamo estendere questo modello di prevenzione al Paese. Sono siciliano e dalle mie parti di costruzioni antisismiche non se ne vedono».

Si calcola che dal 1500 a oggi siano avvenuti in quest'area, compresa fra le province di Massa e Lucca, almeno cinquanta terremoti di magnitudo superiore a 5,1. Il più violento, di magnitudo 6,4, è avvenuto il 7 settembre 1920 con epicentro a Fivizzano. Fra i più recenti, il più intenso è stato quello del 10 ottobre 1995, magnitudo 5,0.

Anche in quell'occasione una delle zone più colpite fu quella di Fivizzano. A scatenare i terremoti sono i movimenti dell'Appennino: mentre per quasi tutta la sua lunghezza la catena montuosa è orientata da Nord-Ovest a Sud-Est, nella parte più alta si «piega» orientandosi da Est e Ovest.

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