Tutte le giravolte di Carlo Calenda

"Sono distante anni luce da Schlein, anni luce”. Così Carlo Calenda ha compiuto l’ennesima giravolta nei confronti del Pd

Tutte le giravolte di Carlo Calenda
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"Sono distante anni luce da Schlein, anni luce”. Dopo settimane segnate da un lento ma costante avvicinamento, Carlo Calenda compie l’ennesima giravolta con lo scopo di smentire qualsiasi apparentamento col Pd alle prossime elezioni Europee.

Di sicuro non correrà insieme a Matteo Renzi. "Azione non andrà con Italia Viva, perché non sarebbe credibile. Come possiamo presentare una candidatura insieme, sarebbe considerata da tutti come assolutamente strumentale", ha detto Calenda ieri intervistato a Viareggio agli "Incontri del Principe". Una presa di posizione che lascerebbe supporre il ritorno alla casa del centrosinistra, ma la sua ambiguità porta Calenda a mettere una certa distanza anche dal mondo grillino: “Non mi sento in alcun modo vicino a Conte e ai 5Stelle". Ma non solo. La Schein e la Meloni, per Calenda, pari sono. “Se c'è da fare un accordo mi sforzo di trovarlo anche con lei, così come posso trovarlo con la Meloni”, spiega il leader di Azione che si prepara a fare una battaglia comune col centrosinistra sul salario minimo e sulla sanità, ma allo stesso tempo è pronto a votare l’abolizione del reato d’ufficio insieme alla maggioranza.

D’altronde Calenda non è nuovo alle ambiguità e alle giravolte. Pochi mesi prima del voto gli bastano 24 ore per stracciare l’accordo che aveva firmato con Enrico Letta per entrare a far parte della coalizione di centrosinistra. Decidere di correre insieme a Matteo Renzi fu la conseguenza naturale di quel voltafaccia. La lista unica doveva essere il preludio di un partito unico, ma le richieste eccessive che Calenda avanzò a Renzi hanno fatto ben presto naufragare quel progetto. La carriera politica del leader di Azione è costellata di oscillazioni continue nel campo del centrosinistra laico. Dopo un breve innamoramento adolescenziale per la Federazione Giovanile Comunisti Italiani, Calenda si dedica al mondo dell’imprenditoria, lavora per la Ferrari accanto a Luca Cordero di Montezemolo e nel 2013 viene candidato tra i montiani. Era il classico candidato civico, esponente della Fondazione Italia Futura, fondata proprio in quegli anni da Montezemolo. Negli anni dei governi di centrosinistra, Calenda ricopre prima l’incarico di viceministro dello Sviluppo economico con Letta premier (2013-2016) e poi di ministro di quello stesso dicastero sia con Renzi sia con Gentiloni (2016-2018) in qualità di indipendente. Il 6 marzo 2018, due giorni dopo la sconfitta del PD alle elezioni Politiche, annuncia la sua adesione al Pd, affermando: "Non bisogna fare un altro partito ma risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere”. Nel giro di pochi mesi, in dissenso con la nascita del Conte-bis in alleanza con i Cinquestelle, cambia di nuovo idea e lancia ‘Siamo Europei’. Non un movimento, non un partito ma più un modo per spingere il Pd ad accoglierlo nelle sue liste in vista delle elezioni Europee del 2019, senza aver l’obbligo di dover riprendere la tessera di un partito che aveva lasciato neanche da un anno.

Nel 2021, però, si presenta sindaco di Roma insieme ai renziani, in opposizione non solo al centrodestra e al M5S, ma anche a Roberto Gualtieri che era il candidato del Pd. In sintesi, il rapporto di amore e odio nei confronti del Pd viene da lontano e chissà per quanto tempo ancora durerà...

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