Valentino crea lo stile regale E l'abito fa sognare ancora

Valentino crea lo stile regale E l'abito fa sognare ancora

«Pensare l'estetica del momento, dare un'idea della bellezza contemporanea, meravigliare: ecco per cosa lavoriamo» dicono Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli poco prima di far sfilare la collezione Valentino Couture del prossimo inverno davanti a un pubblico letteralmente stregato tra cui compare in forma smagliante Monsieur Garavani. Stavolta i due straordinari designer romani sono partiti da un fenomeno tipico del rinascimento tedesco: la camera delle meraviglie o Wunderkammer. In questo luogo speciale, preludio all'arte museale, i grandi collezionisti come Rodolfo II di Baviera raccoglievano oggetti strani e meravigliosi fatti dall'uomo per incuriosire (artificialia) oppure prodotti dalla natura (natualia) per chissà quale capriccioso disegno del creato. «Abbiamo tentato di trasferire nei vestiti il ragionamento che c'è dietro a questo - spiegano i due - ogni pezzo è fatto per stupire». Ecco il vero colpo di genio creativo ma soprattutto umano: inchinarsi con grande umiltà alla ricerca del bello, del giusto, del vero, a quel sapere che passa dalle mani al cervello senza soluzione di continuità. Pierpaolo ci mostra stupefatto la sublime cappa nera in cashmere double tagliato e rimesso su se stesso per formare l'intaglio di una voluta rinascimentale. «Neanche il laser riesce a tagliare un disegno così» dice mentre Maria Grazia guarda ancora incredula la pelliccia di zibellino ricamata in oro a 18 carati e poi montata a mano sul tulle. C'è un completo (vestito e redingote) in persiano marrone ricamato a grandi rami di corallo. C'è l'abito da sera interamente coperto da 2200 perle di fiume. Piccioli e Chiuri dichiarano che il valore di questa collezione sta nel lavoro in sartoria, vera camera delle meraviglie di Valentino. Del resto non ci s'improvvisa couturier e neppure stilisti anche se con molti soldi è possibile giocare anche nel rarefatto mondo dell'alta moda parigina. Infatti Goga Askenazy, simpaticissima miliardaria del Kazakistan proprietaria del marchio Vionnet, sostiene che i ricami dei 15 abiti preparati per la collezione demi-couture si sono irrimediabilmente rovinati nel viaggio da Milano a Parigi: tutto da rifare e per questo la sfilata e slittata di un giorno. «Sto lavorando da 48 ore senza sosta - giura - fortuna che nel ricamificio Lesage abbiamo trovato quattro scatole di prototipi fatti negli anni Venti per Madeleine Vionnet. Siamo ripartiti da lì, colando a mano sul pizzo Chantilly della resina nera, tagliando e cucendo come pazzi». Maison Martin Margiela presenta la collezione Artisanal tradizionalmente costruita con pezzi vintage o materiali recuperati nei mercatini. Stavolta, però, lo staff stilistico del brand controllato da Renzo Rosso, rinuncia al «famolo strano» della borsetta che diventa tasca della giacca e costruisce una ventina di poetiche meraviglie tra cui una serie di vecchi capi da lavoro che tornano nuovi con una spalmatura di lattice.

Anche Viktor & Rolf fanno un lavoro sensazionale per costruire gli abiti (20 e tutti neri) in base alla posizione che assumono le ragazze in passerella per riprodurre come un tableau vivant lo spirito zen di un giardino di pietra.

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