Ormai non gli resta altro che il rimorso. E il rimpianto. Vent'anni fa, Gianfranco Fini chiudeva la storia del Movimento Sociale Italiano (la svolta verrà sancita un anno dopo a Fiuggi) e apriva i Circoli di Alleanza Nazionale nella speranza di fare la storia del paese e di rinnovare la destra. Nulla di tutto questo è successo. E lo ammette lui stesso confessandosi a Repubblica e cantando il requiem del partito che fu. "Oggi in Italia non c'è più un partito di destra, di una destra repubblicana, europeista, aperta sulle questioni dei diritti civili e dell'immigrazione", dice l'ex presidente della Camera.
La colpa del fallimento (manco a dirlo) è della fusione con il Pdl: "Lo considero il mio errore capitale: non ho capito che la confluenza di An dentro il Pdl avrebbe innescato in Berlusconi l'abbandono di ogni mediazione: 'Io sono il capo, io decido e chi non è d'accordo lo sbatto fuori'. Il Pdl doveva essere una risposta al Pd di Veltroni, ma è stato un fallimento". Poi l'ex leader di Fli parla di Renzi: "Vedo con sorpresa che su integrazione e diritti civili l'enfant prodige della politica italiana Matteo Renzi dice le stesse cose che dicevo io anni fa.
Ma non perché sia diventato io di sinistra e lui di destra, semplicemente perché le vecchie etichette vanno superate". Insomma, Fini rimpiange una destra che non c'è, ma poi invita a mettere in soffitta le vecchie etichette.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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