Sono per lo più donne che hanno un lavoro stabile (45,3%), con una formazione scolastica medio-alta (44,2%) e con figli (53%). Nubili (il 42%) o coniugate (40%) diventano vittime di violenza più spesso psicologica (31%), ma anche fisica (23%), di minacce, di ritorsioni economiche, di stalking spesso circoscritti tra le mura di casa dove in un terzo dei casi il carnefice è il marito o i compagno. Fino ad arrivare ai gesti estremi: in Lombardia dall'inizio dell'anno sono state uccise 6 donne, sono ad oggi 94 le vittime di femminicidio in tutta Italia, 80 dei quali commessi da un familiare, 57 dal partner o ex partner. E se lo scorso anno i Centri antiviolenza lombardi hanno preso in carico ben 5.810 donne, in vista della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il prossimo 25 novembre, in Consiglio regionale l'assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini ha ribadito che «la strada è ancora lunga, la battaglia non è chiusa» perché l'obiettivo è ambizioso, ovvero «la totale eliminazione della violenza i genere». Quindi «non dobbiamo mai abbassare la guardia su un problema la cui gravità non deve essere sottovalutata». Con tutti i «nonostante» messi in campo quest'anno dalla Regione. In numeri, 27 reti interistituzionali territoriali antiviolenza, 57 Centri anti violenza e 157 strutture di ospitalità, per complessivi 16 milioni e 502mila euro, si tratta del 69% in più rispetto al programma 2022-2023. Tra le novità, quest'anno come ha ricordato l'assessore Lucchini, l'istituzione dell'Albo dei Centri antiviolenza, il Protocollo con l'Ordine degli Psicologi della Lombardia, la sperimentazione dell'autonomia abitativa, gli 11 progetti per l'inserimento lavorativo, la sperimentazione con le ATS per la presa in carico (12 progetti finanziati per un finanziamento di 1 milione e 500mila euro). «Le nuove misure che stiamo sperimentando - ha sottolineato l'assessore Lucchini - seguono una direttrice precisa: creare le basi per una ritrovata autonomia, che implica necessariamente il ritorno a una quotidianità e a un'indipendenza perduta. Per questo motivo riteniamo che le chiavi di questa autonomia siano: la casa, il lavoro e la formazione». Una delle novità più rilevanti è la sperimentazione dell'assegnazione gratuita degli alloggi ALER alle donne vittime di violenza. «Regione Lombardia ha stanziato complessivamente 3 milioni di euro, di cui 300.000 euro destinati ai Centri Antiviolenza e alle Case Rifugio per coprire i costi».
La misura ha raccolto un'ampia partecipazione, con 260 candidature ricevute, 64 alloggi assegnati. A partire da gennaio, sono previsti incontri tra ALER e i gestori dei Centri Antiviolenza per individuare nuovi alloggi coerenti con i bisogni delle donne, oltre al bando per l'inserim- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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