Invalidità, ogni cinque pensioni una è falsa

È l’Umbria la regione con più pensioni. Al Sud la caccia ai furbetti ha scoperto i raggiri più clamorosi. A Palermo maxi processo contro mille persone. A Napoli un intero clan di falsi ciechi. I complici sono i medici

Invalidità, ogni cinque pensioni una è falsa

Roma - Da dove cominciamo? Massì, cominciamo pure da quel capolavoro di ingegno, nato, una volta di più, all'ombra del Vesuvio. Da quella curiosa azienda di famiglia smantellata dai carabinieri, ad Arzano, dove in venti, sì avete letto bene, venti e cioè: marito e moglie, i loro tre figli, le due nuore e il genero, le due zie del capofamiglia, la madre dello stesso, i due consuoceri, quattro cugini, le due cognate del figlio, la cognata della figlia erano (falsi) invalidi. Una vera e propria ditta della consanguineità, all’apparenza particolarmente sventurata, ma in realtà sana come un branco di pesci guizzanti, che, grazie alla lungimiranza del capofamiglia e alla complicità (un impiegato della commissione medica particolarmente gentile e qualche certificato adeguatamente ritoccato) di una catena di benefattori, è riuscita a percepire, per cinque anni, un sussidio statale, tra pensione e indennità d'accompagnamento, di seicento euro mensili pro-capite.

Poi ci sarebbe la falsa invalida, al 100 per cento, di Avellino cui sono state revocate la pensione di invalidità e l'indennità di accompagnamento, considerato che l’arzilla sessantaduenne era in grado di fare jogging tutte le mattine con il suo cane e, persino, per distrarsi un po', di zappare la terra. Quindi, se volessimo farci due risate, ma c'è poco da ridere, potremmo guardare il video, girato dai carabinieri di Napoli, di due strani ciechi, uno che parcheggia l'auto e l'altro in fila, alle poste, mentre legge il giornale. E che dire dei pm di Palermo che hanno invece trovato una colonia di furbastri fra i palazzoni dello Zen 2, il quartiere progettato da Gregotti? In ogni condominio abitava almeno un falso invalido: in via Rocky Marciano ne hanno scovati quindici. Che avevano come vicini, in via Agesia di Siracusa, altri nove sfigati. «Invalidi», si fa per dire.

Conti alla mano c'è ancora molto lavoro da fare per togliere queste zavorre dal bilancio dello Stato. Vero è che l’Inps del presidente Antonio Mastrapasqua ci si è messa d'impegno. Così, se nel 2009 sono stati spesi 16 miliardi di euro, (più 4,9 per cento rispetto al 2008), tra pensioni e assegni di accompagnamento e i beneficiari sono stati circa 2,6 milioni di persone, (più 4,5 per cento), è anche vero che 200mila controlli e verifiche, condotte dall'Inps in tutt’Italia, hanno permesso di smascherare 30mila falsi invalidi, pari al quindici per cento del totale.

E le previsioni per questo 2010, in cui l'Inps passerà al microscopio 100mila pensionati, sono di altri ventimila falsi invalidi, che vorrebbe dire un pensionato fasullo su cinque, che si vedrà, con buona pace degli onesti malmessi, revocare l'assegno. Sacrosante misure di autodifesa perché, per forza di cose, si prevede anche che nel 2010 la spesa per la sola invalidità civile potrebbe arrivare a 17 miliardi e i beneficiari a sfiorare i 3 milioni di persone.

Chi trova una pensione di invalidità, diciamolo francamente, in molte parti d'Italia trova un vero tesoro. Ma a chi si sta facendo passare strane idee per la testa è il caso di ricordare che l’assegno di assistenza di 255 euro scatta solo con una percentuale di invalidità dal 74 per cento in su. Il proliferare di finti pazzi, a Napoli, ma anche a Palermo , è legato proprio al raggiungimento di questo tetto. «D'altra parte a una persona affetta da gastroduodenite basta riconoscere una depressione per aumentare la percentuale e far varcare la soglia per la pensione», spiegano gli investigatori. Con il cento per cento arriva anche l’assegno di accompagnamento di 472 euro, che non è vincolato all’età e al reddito dell'assistito. E poi c’è la legge 104, che dà diritto a tre giorni di assenza dal lavoro ogni mese. C’è la possibilità di non pagare il biglietto su bus, tram e metropolitane, l'esenzione dal pagamento del bollo auto, persino, da non sottovalutare lo sconto sull'acquisto delle vetture e sulle polizze assicurative. Fino al tanto inseguito e corteggiato pass H, che garantisce di parcheggiare liberamente e viaggiare nelle corsie preferenziali nei centri storici di tutta Italia. Benefici di cui, giustamente, dovrebbero godere gli invalidi veri. Peccato che gli abusi non si contino come ci ha abituato anche Striscia la notizia con i tanti suoi filmati da far schiumare di rabbia gli onesti. Ricordate? A Cortina d’Ampezzo i vigili hanno trovato falsi permessi all'interno di auto lasciate a ridosso delle piste da sci ed è scattata un’inchiesta della Procura. Ma non sono da meno anche a Milano e a Roma, dove certe signore parcheggiano l’auto «handicappata» ovunque e scendono allegramente a fare shopping.

Certo la mappa degli invalidi d’Italia meriterebbe di venire esposta in una galleria d'arte moderna. In Trentino, nel 2009, è stata concessa una sola nuova pensione in compenso la regione con il maggior numero di assegni per cento abitanti (5,48) è l’insospettabile Umbria. E, in valori assoluti, la Lombardia batte tutti: quasi 269mila invalidi, con una spesa di un milione di euro l'anno per i compensi dei medici delle commissioni di invalidità. Non facciamoci illusioni: due terzi dei sussidi erogati continuano ad avere come destinatari pensionati del Centro-sud, dove gli assegni dell’Inps hanno ancora il peso di un vero e proprio sostegno sociale, sono ambiti e quindi innescano abusi e truffe. Ci sono addirittura interi quartieri popolati da malati dalle cartelle cliniche non proprio specchiate. A Napoli, in vicolo del Pallonetto di Santa Lucia, dal Chiatamone a Monte di Pietà, l'hanno presa molto male i parenti dei sessanta finti ciechi finiti in carcere con l’accusa di falso. Curiosa coincidenza proprio mentre si sta indagando su trecento falsi matti dello stesso rione.

A Palermo si è trasformato in un maxi-processo quello contro mille falsi invalidi: un labirinto di procedimenti con condanne per sei mesi e restituzione degli arretrati. Il volume di affari delle tangenti, intascate dai burattinai della grande truffa, è stato di sei milioni di euro. Il campionario è di quelli variegati :ci sono gli invalidi dello Zen e quelli del Comune di Misilmeri, più o meno un centinaio. E ci sono anche interi nuclei familiari colpiti da patologie tutte uguali: demenza senile per i più anziani, epilessia per i giovani. Uno dei protagonisti della truffa, Antonino Cusimano, invalido anche lui, ha confessato di aver fatto avere la pensione alla sorella, alla figlia e a tre cognate. Sempre per la regola che in famiglia ci si aiuta tutti. In compenso a Carlentini, nel Siracusano, chiunque avesse bisogno di mettere le mani sull’ambito assegno di invalidità si poteva rivolgere con fiducia al dottor Massimo Gramillano. Medico che sognava un grande avvenire in politica, Gramillano aiutava i compaesani a diventare invalidi.

In poche parole stando ai faldoni della magistratura e ai relativi verbali, il medico prometteva pensioni in cambio di voti e dettava ai medici compiacenti le percentuali di handicap da assegnare: 74, 84, 100. Ma a fronte delle intercettazioni che lo incastravano il grande benefattore si è candidamente difeso: «Erano solo pronostici». Già.
(1. Continua)

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