«Io i veli in testa non li porto Neanche morta»

«Io i veli in testa  non li porto  Neanche morta»

Era il 16 agosto, mancavano 11 giorni all’appuntamento con Benedetto XVI quando Oriana scriveva:

Per quel sabato o lunedì m’è sorta una domanda angosciosa. Una preoccupazione che non mi aveva mai sfiorato il cervello.

Oddio, oddio: non ci vorranno mica abiti da cerimonia?!? Io quelli non li ho. O non più, anche considerando i 38 chili che ormai ci sguazzano dentro. Io ho soltanto spartane giacche da uomo.

È lecito imporle a un sovrano? A ciò si aggiunge l’incubo della testa coperta. Io i veli in testa non li porto. Neanche morta. Neanche per coprire i capelli lasciati dalla chemioterapia.

Di copricapo acconci non ne posseggo né saprei dove

trovarli. Se l’etichetta li impone, come si fa?!? Sembrano scemenze, invece non lo sono. In ventisei anni non mi sono ancora rimessa dal trauma che soffrii a Qom col chador.

Quello che poi tolsi facendo infuriare l’ayatollah.

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